Nel 92º anniversario della morte di Alexander Hardcastle, mecenate e archeologo britannico, una cerimonia commovente si è svolta presso la tomba di Bonamorone. Il muro perimetrale è lesionato, l’area è a rischio crollo, ma nessun intervento dell’Amministrazione. In pieno anno di Agrigento Capitale della Cultura, si dimenticano i veri protagonisti della storia.
Alexander Hardcastle, ufficiale della Royal Navy britannica, archeologo e mecenate, moriva il 27 giugno 1933 ad Agrigento, città che amò profondamente e per la quale spese ogni sua risorsa morale e materiale. Grazie a lui, tra le tante opere, fu possibile rialzare otto colonne del Tempio di Ercole, simbolo oggi indiscusso della Valle dei Templi. Ma a 92 anni dalla sua morte, l’ingratitudine sembra avere la meglio sulla memoria.
Oggi, presso il cimitero monumentale di Bonamorone, un gruppo di oltre 40 persone si è riunito sotto il sole cocente per ricordare il capitano inglese, “uomo utile agli uomini”, come qualcuno lo ha definito nel silenzio generale delle istituzioni. La cerimonia è stata organizzata dal Gr. Uff. Dott. Paolo Cilona, presidente del Ce.p.a.s.A, instancabile promotore della cultura agrigentina, che con le sue iniziative da anni si batte per il riconoscimento di figure storiche dimenticate, luoghi identitari e testimonianze del passato.
Tra i presenti, esponenti del mondo culturale locale e insigniti di onorificenze cavalleresche, riuniti intorno a una tomba che oggi versa in condizioni critiche: il muro perimetrale che ospita il loculo di Hardcastle è lesionato verticalmente e rischia seriamente il crollo. Un pericolo evidente, visibile a chiunque, ma ignorato da chi dovrebbe intervenire.
Serve subito un progetto di consolidamento. È una questione di sicurezza, ma anche – e soprattutto – di rispetto.
Nel suo emozionante intervento, Paolo Cilona ha sottolineato l’assenza di attenzione verso chi ha contribuito in modo concreto alla valorizzazione della Valle dei Templi, ben prima che diventasse Patrimonio dell’Umanità UNESCO. E l’amarezza cresce nel constatare come, proprio nell’anno in cui Agrigento è Capitale Italiana della Cultura 2025, si sia scelto di ignorare chi davvero ha fatto la storia della città.
«Si sono dimenticati di Pindaro, Empedocle, Pirandello, Lizzi.
Doveva essere l’anno propizio per offrire al mondo le opere dei figli più illustri di Agrigento.
E invece… niente di niente. Solo eventi da calendario, vuoti, senz’anima.»
E in effetti, basta visitare il sito della “capitale culturale” per rendersi conto che non vi è traccia di alcuna iniziativa in onore di Hardcastle, né di Pirandello, né degli altri giganti della cultura agrigentina. Nessun progetto didattico, nessuna produzione artistica, nessuna mostra permanente. Il rischio è che Agrigento stia perdendo un’occasione storica, lasciando che a vincere siano ancora una volta l’oblio, la superficialità e il clientelismo culturale.
📍 Il 92º anniversario della morte di Alexander Hardcastle avrebbe potuto – e dovuto – essere un momento di riconoscimento pubblico e istituzionale. Invece è stato un tributo silenzioso, organizzato da chi la cultura la pratica sul campo e non nei salotti buoni del potere.
Report Sicilia continuerà a ricordare chi ha dato lustro a questa terra, senza attendere permessi o coperture.
Perché la memoria è una responsabilità collettiva. E il rispetto non dovrebbe mai andare in vacanza.




















