AGRIGENTO – Ancora una volta emerge il paradosso della gestione urbanistica ad Agrigento: da un lato l’amministrazione comunale mostra grande solerzia nel perseguire i cittadini privati, dall’altro sembra inspiegabilmente lenta quando si tratta di abusi evidenti che coinvolgono soggetti “forti” o aree di interesse pubblico.

Il caso S.G.: demolizione entro 15 giorni

Con l’ordinanza n. 21 del 5 settembre 2025, il Settore Territorio e Ambiente del Comune di Agrigento ha intimato al sig. S.G. di demolire entro 15 giorni tutte le opere edilizie realizzate senza autorizzazione.
Si tratta di una serie di interventi effettuati in un immobile del centro urbano: apertura di infissi e varchi nella muratura, una struttura in legno poggiata su un balcone preesistente, demolizione parziale del parapetto e installazione di pannelli in vetro, oltre a una tettoia di circa 12 metri quadrati.
Opere già colpite da precedenti ordinanze rimaste inottemperate, per le quali adesso il Comune ribadisce l’obbligo di ripristino, avvertendo che in caso di mancato adempimento si procederà alla demolizione d’ufficio a spese del responsabile.

I tralicci abusivi: provvedimenti senza effetti

Se il pugno duro arriva puntuale contro il privato cittadino, ben diversa appare la gestione dei due tralicci abusivi che Report Sicilia ha denunciato nei mesi scorsi.

  • Piazza Marconi – Via Acrone: con l’ordinanza n. 19 dell’8 agosto 2025 il Comune ha disposto la demolizione del traliccio alto 24 metri installato da RFI in pieno centro storico, privo di autorizzazioni paesaggistiche e sismiche.

  • San Leone: la Soprintendenza ai Beni Culturali ha avviato l’annullamento dell’autorizzazione concessa, mentre il Comune ha emesso l’ordinanza n. 18 del 27 giugno 2025, ordinando la rimozione del traliccio realizzato su un’area che avrebbe dovuto ospitare solo un campo di bocce e un parcheggio.

Eppure, nonostante i provvedimenti siano chiari e inequivocabili, i due tralicci sono ancora lì. Nessun sequestro preventivo delle aree, nessuna demolizione eseguita, nessun intervento concreto.

Due pesi e due misure

Il confronto è inevitabile: per il privato cittadino il Comune concede appena 15 giorni di tempo per abbattere le opere, mentre i due tralicci – pur dichiarati abusivi e colpiti da ordinanze di demolizione – restano indisturbati.
Una disparità che alimenta dubbi e sospetti: perché tanto zelo contro i singoli cittadini e tanta lentezza quando si tratta di opere imponenti, ben visibili e prive di autorizzazioni?

L’interrogativo

La domanda, a questo punto, sorge spontanea e va rivolta direttamente alle istituzioni: perché non si procede al sequestro e alla demolizione dei tralicci abusivi, come avviene senza esitazione contro i cittadini privati?


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