Nonostante il 2025 sia l’anno di Agrigento Capitale Italiana della Cultura, il sindaco Francesco Miccichè perde 5,4 punti percentuali di gradimento rispetto all’anno precedente. Lo certifica IlSole24Ore con il Governance Poll 2025. In Sicilia resta il secondo sindaco più apprezzato, ma la città soffre.
Agrigento è ufficialmente Capitale Italiana della Cultura 2025, ma il suo primo cittadino, Francesco Miccichè, perde consensi: -5,4% in un solo anno, secondo il Governance Poll 2025 pubblicato da IlSole24Ore e realizzato da Noto Sondaggi.
Miccichè passa infatti dal 60,4% del gradimento iniziale al 55% attuale, collocandosi al 35º posto nella classifica nazionale dei sindaci più apprezzati d’Italia. In Sicilia, nonostante il calo, è secondo solo a Giuseppe Cassì, sindaco di Ragusa (56%), e precede colleghi come Trantino (Catania), Basile (Messina), Di Pietro (Enna) e Lagalla (Palermo), quest’ultimo in fondo alla classifica nazionale.
Una contraddizione evidente
Il risultato stride fortemente con l’anno simbolico che la città sta vivendo. In teoria, essere Capitale della Cultura dovrebbe generare entusiasmo, visibilità positiva e una spinta verso il miglioramento. Ma ad Agrigento la realtà è ben diversa:
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Crisi idrica senza precedenti, con autobotti a pagamento e fonti comunali inutilizzate
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Servizi ai disabili ridotti, come il taglio delle ore ASACOM
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Degrado urbano generalizzato, con marciapiedi impraticabili, verde pubblico abbandonato e perdite d’acqua ovunque
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Eventi culturali affidati sempre agli stessi, senza bandi trasparenti
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Appalti controversi e gestioni sotto osservazione, come il caso della Villa del Sole o i fondi per “Agrigento 2025”
Un gradimento che non riflette il malcontento
Il Governance Poll si basa su interviste a campione, ma la sensazione prevalente in città è di frustrazione e sfiducia, ben lontana da quel 55% di consenso. I continui articoli e denunce delle associazioni civiche — da Mani Libere a Mareamico, da Sud Chiama Nord a Legambiente, fino a Italia Viva, Ethikos Aps, Titano e Comitato ASACOM — testimoniano una città allo stremo, dove il malgoverno e l’assenza di servizi fondamentali coesistono con spese milionarie per eventi e promozione d’immagine.
La città reale contro la narrazione
Se da un lato il sondaggio colloca Miccichè tra i sindaci “più amati” d’Italia, dall’altro la città racconta una storia diversa: cittadini esasperati, turisti delusi, politiche sociali dimenticate, emergenze ignorate. La distanza tra la propaganda culturale e la realtà quotidiana diventa ogni giorno più ampia.
Agrigento è Capitale della Cultura, ma la cultura del buon governo — quella vera — è ancora lontana. E il calo del 5,4% è solo il primo segnale.

