La Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio dell’umanità e orgoglio culturale italiano, è nuovamente al centro di una controversia che minaccia il suo inestimabile valore storico e ambientale. In una delle aree archeologiche più rilevanti d’Italia, inserita nella World Heritage List dell’Unesco, si ripropone il progetto di un rigassificatore e di un gasdotto invasivo, portato avanti da Enel e Snam con il consenso della Regione Sicilia, in un luogo che rappresenta un “museo a cielo aperto” di valore inestimabile.

Il progetto, che avrebbe un impatto devastante sull’ecosistema e sulla bellezza paesaggistica della Valle, comporterebbe la costruzione di un rigassificatore nell’area del Kaos, celebre per la casa natale di Luigi Pirandello, e un gasdotto di oltre 14 chilometri e 2 metri di diametro, destinato ad attraversare la Valle dei Templi. La decisione della Regione Siciliana, tramite l’Assessorato all’Energia, di prorogare i termini per la realizzazione del progetto fino al 2029 ha sollevato proteste e mobilitazioni da parte di numerose associazioni, tra cui Italia Nostra, Legambiente, Wwf, Mareamico, e movimenti locali come “Salviamo la Valle dei Templi”. Questi hanno recentemente presentato ricorso al TAR del Lazio per contrastare la proroga e il pericolo che essa rappresenta per il patrimonio agrigentino.

Le associazioni denunciano che tale intervento comprometterebbe irrimediabilmente il delicato equilibrio ambientale e culturale dell’area, alterando i suoi valori paesaggistici, scientifici e archeologici. Alessio Lattuca, a nome delle associazioni in difesa della Valle, sottolinea la portata di questa decisione come un “delitto contro la bellezza”. Il ricorso, presentato per annullare il DA n.45 del 13 settembre 2023, mira a fermare un progetto che le associazioni definiscono “indecoroso e speculativo”, nato, secondo le denunce, dall’interesse di boiardi di Stato e facilitatori politici locali, con gravi rischi per la sicurezza e per l’ambiente.

Una Storia di Resistenza Culturale

L’idea di cementificare la Valle dei Templi non è nuova: già negli anni ’50, la Fiat tentò di costruire capannoni industriali nell’area archeologica, un progetto fermato solo grazie al coraggio di Pietro Griffo, Soprintendente ai Beni Culturali dell’epoca. La lezione di allora risuona oggi come un richiamo a difendere nuovamente questo patrimonio da interessi economici che ignorano l’importanza storica e culturale della Valle. Lattuca, come molti altri, sostiene che oggi più che mai è urgente preservare le aree di valore inestimabile, non solo per la loro bellezza ma anche per il valore simbolico che rappresentano.

Aspetti di Sicurezza e Sostenibilità

Le associazioni richiamano l’attenzione anche su importanti aspetti di sicurezza legati al progetto. Gli impianti di rigassificazione a terra sono considerati dalla direttiva Seveso ad alto rischio di incidenti. In aggiunta, l’opzione di un rigassificatore in una zona archeologica così sensibile appare ancora più insensata alla luce delle tecnologie moderne che consentono di rigassificare il gas direttamente a bordo delle navi, senza necessità di impianti a terra.

La crisi climatica rende ancora più attuale la necessità di soluzioni che tengano conto degli impatti ambientali e culturali. Come evidenziato dalle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “la vita delle persone vale immensamente di più di ogni profitto, interesse o vantaggio produttivo”. Le associazioni auspicano che Unesco e politica si oppongano definitivamente a questo progetto, per scongiurare un danno irreparabile al patrimonio culturale e paesaggistico italiano e per evitare che il conflitto tra profitto e salute continui a minacciare l’integrità delle risorse culturali del Paese.

Il Futuro della Valle dei Templi e il Richiamo alla Politica

Il rigassificatore e il gasdotto nella Valle dei Templi non sono solo un progetto discutibile: rappresentano una questione politica e sociale che esige chiarezza e responsabilità. Le associazioni sottolineano come questa battaglia sia paradigmatica, intrecciando giustizia climatica e giustizia sociale. Solo salvaguardando le risorse culturali e naturali si potrà consegnare alle generazioni future un mondo degno di essere vissuto e conosciuto.

Le associazioni rinnovano così il loro appello a fermare il progetto, con la speranza che politica e istituzioni possano finalmente schierarsi a difesa di uno dei simboli più antichi e preziosi della cultura italiana.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *