Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, aveva mantenuto la promessa: dieci milioni di euro sono stati anticipati dalla Regione per avviare i lavori di rifacimento della rete idrica di Agrigento, una necessità ormai ineludibile per la città. Tuttavia, a distanza di mesi dall’annuncio, la città capoluogo si trova esattamente nella stessa situazione di partenza: la rete idrica non è stata nemmeno sfiorata dagli interventi.
ATI (Assemblea Territoriale Idrica) e AICA (Azienda Idrica Comuni Agrigentini), le due realtà incaricate della gestione, sembrano aver polverizzato l’anticipo regionale, destinandolo a tutto tranne che all’avvio dei lavori. Come denunciato a più riprese da Giuseppe Di Rosa, rappresentante del Codacons, e riportato da Report Sicilia, il rischio che questi fondi si disperdano senza lasciare traccia tangibile è ormai realtà.
Le promesse disattese
Il finanziamento, una somma importante seppur parziale rispetto ai fondi necessari per l’intero progetto, avrebbe dovuto segnare un punto di svolta nella risoluzione di un problema cronico che affligge Agrigento. La promessa di Schifani era chiara: avviare immediatamente i cantieri e portare a termine l’opera in tempi ragionevoli. Ma mentre la Regione ha fatto la sua parte, la gestione locale si è dimostrata, ancora una volta, inadeguata.
Problemi strutturali e mancanza di visione
Mentre i lavori non partono, i problemi legati alla rete idrica continuano ad aggravarsi. Emblematico il caso di via Acrone, dove gli uffici comunali hanno attribuito a perdite e cedimenti della rete idrica le criticità strutturali che stanno letteralmente facendo scivolare a valle la strada. Nonostante queste segnalazioni, il sindaco Franco Miccichè sembra più interessato a questioni marginali che all’amministrazione concreta e al rispetto delle esigenze dei suoi cittadini.
I dubbi di Di Rosa e le responsabilità di ATI e AICA
Di Rosa, portavoce del Codacons e da sempre attento osservatore delle dinamiche amministrative agrigentine, aveva avvertito che senza una gestione trasparente e mirata i fondi sarebbero stati inutili. Oggi, la realtà conferma i suoi timori: invece di aprire cantieri e migliorare le infrastrutture idriche, ATI e AICA sembrano aver utilizzato i fondi per spese gestionali e amministrative, lasciando la rete idrica nel suo stato di degrado.
La posizione di Schifani e le prospettive future
Il presidente Schifani, pur avendo rispettato il suo impegno iniziale, non può sottrarsi dal pretendere chiarezza su come sono stati impiegati i fondi. In un recente intervento, il presidente ha confermato il suo sostegno al capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, sottolineando che spetta ai sindaci il compito di individuare le priorità per il territorio. Tuttavia, senza un cambio di rotta nella gestione locale, il rischio che questa situazione si trasformi nell’ennesima occasione mancata è altissimo.
Conclusione
Agrigento, nonostante i finanziamenti, rimane una città in ostaggio di inefficienze e malagestione. I cittadini, stanchi di promesse disattese, meritano risposte e azioni concrete. È indispensabile che le istituzioni regionali e locali agiscano con determinazione per garantire che i fondi già stanziati vengano utilizzati in maniera trasparente e finalizzati all’effettivo rifacimento della rete idrica.
Report Sicilia:
Continuare a monitorare la situazione e a dare voce ai cittadini è fondamentale per fare luce su una gestione che, finora, non ha prodotto risultati concreti. Solo con trasparenza e responsabilità sarà possibile restituire dignità e futuro ad Agrigento.