AICA nel caos, Cuffaro: “Gestione idrica non più tollerabile”
Raffadali, 6 marzo 2025 – L’Azienda Idrica Comuni Agrigentini (AICA) finisce sotto accusa. Il sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, ha espresso dure critiche nei confronti della gestione del sistema idrico integrato, evidenziando carenze strutturali, inefficienza organizzativa e sprechi d’acqua insostenibili.
AICA doveva risolvere i problemi, ma ha deluso le aspettative
Nata il 9 luglio 2021 per rimediare al fallimento della precedente gestione – che aveva addirittura ricevuto un’interdittiva antimafia dalla Prefettura di Agrigento – AICA avrebbe dovuto garantire un servizio idrico più efficiente. Tuttavia, secondo Cuffaro, il periodo di rodaggio si è trasformato in un continuo susseguirsi di problemi senza soluzioni.
“Dopo anni di inefficienza e una gestione fallimentare, ci aspettavamo una svolta. Invece, ci troviamo ancora di fronte a una situazione inaccettabile, con una rete idrica obsoleta, manutenzioni tardive e una dispersione d’acqua fuori controllo” – afferma il sindaco di Raffadali.
Emergenza idrica: tra siccità e sprechi
Il problema della carenza d’acqua è aggravato dai cambiamenti climatici e dai lunghi periodi di siccità, ma, secondo Cuffaro, la crisi è anche frutto di anni di mancata programmazione e prevenzione.
“Non possiamo accettare che i cittadini paghino il prezzo di una cattiva gestione. È inconcepibile che, nonostante le emergenze idriche, non si sia mai corso ai ripari per migliorare il sistema di distribuzione” – sottolinea il primo cittadino.
Le falle della rete idrica: perdite, abusi e contatori malfunzionanti
Il sindaco di Raffadali ha elencato alcune delle principali criticità che affliggono la rete idrica gestita da AICA:
🚰 Rete idrica obsoleta: tubature fatiscenti che causano perdite d’acqua nel sottosuolo, aumentando i costi per i cittadini.
🚰 Mancata manutenzione: ritardi o totale assenza di interventi di riparazione.
🚰 Allacci abusivi: sottrazione illegale di volumi d’acqua che alterano la corretta distribuzione.
🚰 Contatori difettosi: impossibilità di misurare con precisione i consumi, con bollette che non rispecchiano i reali consumi.
🚰 Fognature e depurazione: mancati interventi sulle infrastrutture di smaltimento delle acque reflue, con possibili rischi igienico-sanitari.
A questi problemi si aggiunge un dato allarmante: in alcuni Comuni aderenti ad AICA, il numero delle utenze cessate risulta superiore a quello delle utenze attive.
Appello a Regione e CdA di AICA: serve un intervento urgente
Silvio Cuffaro chiede un immediato cambio di rotta, invitando il Consiglio di Amministrazione di AICA a essere più attento nella gestione delle risorse e a garantire un servizio adeguato ai cittadini.
Inoltre, il sindaco si rivolge direttamente all’Assessore Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, chiedendo un intervento della Regione Siciliana per sanare la crisi.
“Se AICA non è in grado di garantire una gestione efficiente, è necessario un intervento sostitutivo per evitare il tracollo del servizio idrico” – conclude Cuffaro.
Conclusione: AICA può ancora essere salvata?
L’azienda nata per superare il fallimento della vecchia gestione si sta trasformando in un nuovo disastro amministrativo? La crisi idrica in Sicilia è un problema complesso, ma senza un cambio di rotta immediato, il rischio è che la situazione peggiori ulteriormente, con ripercussioni dirette sulle famiglie e sulle attività economiche del territorio.
L’appello del sindaco di Raffadali lancia un segnale forte: AICA è al bivio tra il risanamento e il collasso definitivo.