Agrigento, chiuso lo Scaro Café per occupazione suolo: ma la legge vale per tutti?

AGRIGENTO – Nuova ordinanza di sospensione per un’attività commerciale nel centro storico. Si tratta dello Scaro Café, noto locale di Piazza Ravanusella, colpito da un provvedimento del Comune che ne impone la chiusura per 3 giorni a causa dell’occupazione abusiva di suolo pubblico con strutture mobili come tavoli, sedie, fioriere e ombrelloni.

L’ordinanza dirigenziale n. 94 del 3 aprile 2025 OMISSIS_Ordinanza+Dirigenziale+2025-94, firmata dal dirigente Alberto Avenia, arriva dopo la mancata ottemperanza a una diffida notificata già nel novembre 2024. A febbraio 2025 la Polizia Municipale ha constatato che la situazione era rimasta invariata, portando alla sospensione dell’attività.

Una piazza pubblica, nessuna concorrenza diretta

Va chiarito: non si difende chi trasgredisce le regole. Se esiste un regolamento per l’occupazione del suolo pubblico, è giusto che venga rispettato. Ma il punto è un altro: le regole valgono per tutti o solo per alcuni?
Lo Scaro Café si trova in una piazza pubblica ampia, dove non interferisce con altre attività commerciali, né crea disagio evidente alla viabilità pedonale o veicolare. Eppure, è stato sanzionato con severità.

Nel frattempo, altre attività in città – anche in zone più delicate – continuano indisturbate a occupare marciapiedi, carreggiate, persino aree sottoposte a vincoli urbanistici, con strutture permanenti in legno, metallo e cemento. Nessuna ordinanza, nessun controllo, nessuna chiusura.

Due pesi, due misure?

Come già evidenziato da Report Sicilia nel precedente articolo “Agrigento e il paradosso dei controlli”, a colpire è la disomogeneità nell’applicazione delle norme.
Per anni l’amministrazione Miccichè ha tollerato tutto e tutti, permettendo il proliferare di abusi edilizi e commerciali. Ora, all’improvviso, si è aperta una stagione di “guerra” selettiva ai commercianti?

Se c’è un nuovo corso sulla legalità, ben venga. Ma deve essere trasparente, equo, e colpire tutti gli abusi, non solo i più facili da sanzionare.

Cosa c’è dietro?

La stretta del Comune, in un momento in cui Agrigento si prepara a essere Capitale Italiana della Cultura 2025, solleva interrogativi:

  • È solo una questione di apparenza per ripulire l’immagine della città?

  • Ci sono rapporti privilegiati con alcune attività rispetto ad altre?

  • Oppure si tratta di una gestione amministrativa sbilanciata e senza un vero indirizzo politico?

Legalità sì, ma non a targhe alterne. L’azione dell’amministrazione appare oggi più come un’operazione di facciata o, peggio, un atto punitivo mirato, piuttosto che un serio tentativo di ripristinare l’ordine urbano.
Se davvero il Comune vuole voltare pagina, inizi col mappare e colpire tutti gli abusi, non solo quelli dei commercianti più esposti. Solo così potrà dimostrare di essere imparziale e credibile agli occhi dei cittadini.

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