Report Sicilia ricostruisce: il primario Ruoppolo autorizzato, ma sull’equipe esterna di Antonini restano dubbi. Il DG Capodieci guida la svolta per legalità e trasparenza nella sanità agrigentina

Agrigento – Al centro dell’ultima inchiesta di Report Sicilia che nasce da un articolo pubblicato su AgrigentoNotizie.it, sul quale Report Sicilia non si ferma, ne esce fuori una vicenda che intreccia chirurgia specialistica, rapporti professionali e possibili zone d’ombra sulle procedure autorizzative. Protagonisti: il primario di Urologia del San Giovanni di Dio, dottor Michele Ruoppolo, e il professor Gabriele Antonini, noto a livello nazionale per gli interventi di impianto di protesi peniene.

Le immagini e le dichiarazioni contenute in un video pubblicato su un portale specializzato mostrano i due medici all’interno dell’ospedale di Agrigento, subito dopo una serie di interventi. La ricostruzione di Report Sicilia ha accertato che l’autorizzazione primaria esisteva, in quanto Ruoppolo, essendo primario, ha piena facoltà di programmare attività chirurgiche nel reparto.


Il nodo: l’equipe esterna

Il punto critico riguarda l’equipe esterna guidata dal professor Antonini. Al momento non è chiaro se la sua presenza e il suo operato fossero formalmente autorizzati dalla Direzione Strategica dell’ASP di Agrigento.
Se questa autorizzazione non dovesse emergere, si aprirebbe un fronte di interrogativi: si tratterebbe di un’irregolarità formale? O, peggio, di un meccanismo studiato per aggirare le procedure interne del sistema sanitario?


Antonini: professionista o vittima?

Un aspetto che la nostra inchiesta non trascura è la possibilità che lo stesso Antonini possa essere stato all’oscuro di eventuali irregolarità. Se così fosse, il professore rischierebbe di essere più vittima che complice, coinvolto in un contesto organizzativo che potrebbe aver sfruttato la sua professionalità per finalità non del tutto trasparenti.


Possibili conseguenze

Le verifiche in corso potrebbero avere risvolti pesanti:

  • provvedimenti disciplinari nei confronti di chi abbia gestito impropriamente la presenza di personale esterno;

  • eventuali trasmissioni di atti alla magistratura per accertare responsabilità penali o amministrative.


Una sanità che cambia volto

Un aspetto, però, appare chiaro: la sanità agrigentina non è più quella di prima. Da quando il direttore generale Capodieci è alla guida dell’ASP di Agrigento, si registra una sferzata di legalità, trasparenza e funzionalità che sta toccando ogni settore.
In questo contesto, episodi come quello oggi al centro dell’attenzione non vengono più lasciati cadere nel silenzio, ma affrontati con determinazione e rigore che probabilmente sfoceranno anche in possibili licenziamenti.
La linea è chiara: nessuna tolleranza verso comportamenti che possano ledere l’immagine dell’ospedale e la fiducia dei cittadini.