Consorzio dei Comuni di Agrigento già nel caos: il Ministero valuta lo scioglimento, ombre su elezioni e appalti

AGRIGENTO – Una bufera politica e giudiziaria si abbatte sul Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento, a poche settimane dalle elezioni che hanno portato Giuseppe Pendolino, sindaco di Aragona, alla guida dell’ente. Secondo fonti ministeriali, il Viminale starebbe già valutando l’ipotesi di scioglimento dell’ente per gravi anomalie, in seguito alle prime risultanze dell’inchiesta che coinvolge l’onorevole Roberto Di Mauro.

Le intercettazioni choc – emerse nell’ambito della maxi indagine della Procura di Agrigento su appalti pilotati e presunte tangenti – hanno già delineato uno scenario inquietante: schede fotografiche scambiate via WhatsApp, promesse di incarichi, pressioni sui sindaci per influenzare il voto. In pratica, una campagna elettorale parallela e sotterranea, fatta di ricatti, voti controllati e accordi sottobanco, che rischia di delegittimare completamente il risultato delle urne.

Il caso Pendolino: presidente sostenuto da pressioni politiche

Già nel nostro articolo pubblicato lo scorso 20 maggio 2025 su Report Sicilia (leggi qui), avevamo denunciato l’esistenza di un sistema “ombra” che ruotava attorno all’elezione di Pendolino. Un sistema costruito, secondo gli inquirenti, su spinta diretta di Di Mauro, che avrebbe promesso appalti futuri e coperture politiche in cambio del sostegno al proprio candidato.

Le foto delle schede votate, fatte circolare tra “fedelissimi” e intermediari per controllare l’affidabilità dei voti promessi, rappresentano una violazione gravissima della libertà del voto e un possibile reato penale. Si tratta – come segnalato anche dalla Digos – di una pratica tipica dei sistemi clientelari e che, se confermata, potrebbe portare all’annullamento delle elezioni e allo scioglimento del Consorzio appena insediato.

Un ente già delegittimato?

Che il Libero Consorzio fosse da tempo un organismo a rischio di strumentalizzazione era chiaro. Ma mai si era arrivati a tanto. Secondo indiscrezioni raccolte da Report Sicilia, il Ministero dell’Interno, allertato dalle procure e dagli organi investigativi, avrebbe già avviato verifiche preliminari per valutare se vi siano gli estremi per l’invio di una commissione d’accesso e, in caso di conferme, lo scioglimento per gravi irregolarità nella formazione dell’organo di governo.

Un fatto senza precedenti, che dimostrerebbe come la rete di potere legata a Roberto Di Mauro – già citato in più filoni di indagine per corruzione, appalti truccati e pressioni su funzionari – non si sia mai arrestata. Anzi, si sarebbe radicata proprio nelle strutture intermedie come i Consorzi di Comuni, dove i controlli politici sono più deboli e le leve decisionali forti.

Agrigento ancora ostaggio di un sistema?

In tutto questo, nessuna reazione ufficiale è arrivata da Giuseppe Pendolino, il cui nome continua ad affiorare tra i sostenuti “a pacchetto” da parte del gruppo Di Mauro. Silenzio anche da parte del sindaco Francesco Miccichè, che della rete politica costruita negli anni con Di Mauro è stato espressione diretta e beneficiario.

L’ombra lunga di appalti promessi, favori e pressioni rischia ora di travolgere anche il fragile equilibrio del Consorzio, trasformando un’elezione già contestata in un caso nazionale di degenerazione amministrativa.


📌 Agrigento non può più permettersi che la democrazia venga ridotta a un gioco di potere. Se le indagini confermeranno quanto già emerso, lo scioglimento del Consorzio non sarà solo inevitabile, ma doveroso.

Autore