Agrigento – Report Sicilia
Mentre il Comune di Agrigento annuncia trionfalmente le date della 78ª edizione del Mandorlo in Fiore 2026 — dal 7 al 15 marzo — il mare continua a divorare il litorale di San Leone.
Le immagini scattate oggi da Report Sicilia mostrano chiaramente la gravissima erosione che ha colpito ancora una volta il lungomare: muri di contenimento danneggiati, marciapiedi ceduti e barriere arancioni logore e abbandonate, simbolo dell’ennesimo intervento incompiuto.
Lungomare in pericolo, cittadini a rischio
Le mareggiate hanno eroso completamente le dune naturali, esponendo il marciapiede e la sede stradale a un rischio costante di crollo.
Durante le piogge e le giornate ventose, il tratto diventa impraticabile e pericoloso per pedoni, ciclisti e automobilisti.
Eppure, nessun intervento strutturale è stato mai messo in campo. Solo transenne e reti arancioni, installate anni fa e ormai in gran parte divelte dal vento e dalla salsedine.
“È inaccettabile che un tratto di costa così frequentato — dicono i residenti — resti in queste condizioni per mesi. Non basta chiudere con le reti: serve un piano serio di messa in sicurezza.”
Progetti assenti e silenzi istituzionali
Da Report Sicilia la domanda è diretta:
👉 Il sindaco Francesco Miccichè e l’assessore ai Lavori Pubblici Carmelo Cantone hanno presentato un progetto per il risanamento ambientale del lungomare?
Perché mentre si trovano risorse e tempo per annunciare la prossima “festa del Mandorlo”, nulla si sa di un piano di difesa costiera o di un progetto per ricostruire le dune e mettere in sicurezza il fronte mare.
Agrigento, ricordiamolo, ha già subito pesanti danni ambientali in più punti del suo territorio: dalla costa di San Leone fino a Cannatello e Zingarello, dove l’erosione avanza da anni nell’indifferenza generale.
E se è vero che il “Mandorlo in Fiore” rappresenta l’identità culturale della città, allora il mare di Agrigento ne rappresenta la sopravvivenza fisica: e oggi è in ginocchio.
Le priorità al contrario
È legittimo chiedersi da dove il Comune intenda prendere i soldi per la Sagra 2026, visto che il bilancio consuntivo 2024 non è ancora stato approvato e quello previsionale 2025 non esiste.
Mentre la città cade letteralmente a pezzi, l’amministrazione continua a ragionare come se tutto fosse sotto controllo.
L’immagine del lungomare — transennato, instabile, dimenticato — è il simbolo perfetto del modello Agrigento: una città che sogna il turismo, ma non riesce a garantire la sicurezza dei suoi stessi cittadini.
Agrigento merita di meglio.
Prima di programmare nuove sagre, sarebbe il caso di programmare la rinascita del suo litorale, partendo da un piano serio di difesa costiera e ambientale.
Solo così il Mandorlo potrà rifiorire su una città viva — non su una città transennata.



