Ad Agrigento il servizio di bike sharing, inaugurato nel luglio 2023 con 60 bici elettriche, è oggi inesistente. Il Comune ha ignorato anche la richiesta di accesso agli atti del Codacons. Dove sono finite le bici? Si configura un danno erariale?
Bike sharing ad Agrigento, 60 bici sparite dopo pochi mesi. E ora? Un servizio abbandonato e 270 mila euro pubblici che gridano vendetta
AGRIGENTO – Era il 18 luglio 2023 quando il sindaco Francesco Miccichè annunciava con orgoglio, tramite una nota stampa, l’attivazione del servizio comunale di bike sharing. Un progetto da circa 270 mila euro di fondi pubblici. Le promesse erano chiare:
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60 biciclette elettriche a pedalata assistita, tutte dotate di GPS;
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5 stazioni video-controllate per il prelievo e la riconsegna dei mezzi, distribuite tra San Leone e il centro città:
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via Nettuno (in prossimità delle spiagge),
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lungomare Falcone-Borsellino,
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piazza Marconi,
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Belvedere Modugno,
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stazione bassa.
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Una app dedicata, youMove, per prenotare e utilizzare le bici.
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Un regolamento ufficiale, caricato anche sul sito istituzionale del Comune.
Peccato che oggi, 9 luglio 2025, il servizio non esista più. Le stazioni sono vuote o vandalizzate, le biciclette sparite nel nulla, e nessuna comunicazione è mai stata fornita dall’amministrazione su cosa sia realmente accaduto.
Un servizio durato meno di una stagione
Il bike sharing è stato utilizzato solo per pochi mesi. Poi, il buio. Nessun intervento di manutenzione, nessuna promozione, nessun piano gestionale strutturato. Le bici, acquistate con fondi pubblici e dotate di GPS, sarebbero teoricamente rintracciabili, ma nonostante questo nessuno sa dove siano finite.
Il Codacons chiese chiarezza. Il Comune tace
A sollevare formalmente il caso fu Giuseppe Di Rosa, in rappresentanza del Codacons, che già a fine 2023 presentò una richiesta di accesso agli atti per conoscere:
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lo stato del servizio,
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la localizzazione delle biciclette,
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il bilancio economico del progetto,
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e la spesa effettiva sostenuta dal Comune.
La risposta? Mai arrivata. Nessun documento consegnato, nessuna trasparenza. Un comportamento che non solo viola i principi di buona amministrazione, ma potrebbe anche configurare un danno erariale per la collettività.
Capitale della Cultura, ma senza bici
E intanto Agrigento si prepara a essere Capitale Italiana della Cultura 2025. Ma lo fa con una città priva di un servizio di mobilità sostenibile, nonostante avesse già ricevuto il finanziamento e realizzato le infrastrutture. Un’occasione mancata, l’ennesima.
Le domande inevase
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Dove sono finite le 60 bici acquistate con fondi pubblici?
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Perché il servizio è stato sospeso dopo appena una stagione?
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Che fine hanno fatto i soldi spesi per infrastrutture e gestione?
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Perché l’amministrazione ha ignorato la richiesta di accesso agli atti?
Francesco Miccichè, sindaco e responsabile diretto di questo fallimento, non ha mai fornito spiegazioni. Né ai cittadini, né agli organi di stampa, né a chi – come il Codacons con Giuseppe Di Rosa – ha cercato formalmente di fare chiarezza.







