C’era una volta il Natale. Un Natale che riempiva di magia le strade di Agrigento, portando entusiasmo, musica, spettacoli e aggregazione. Quest’anno, leggendo la nota stampa del Comune pubblicata online, ci siamo chiesti se fosse uno scherzo. Ma poi, verificando sul sito ufficiale del Comune, abbiamo capito che no, non si trattava di una trovata satirica. È tutto vero: siamo di fronte al Natale più scadente degli ultimi trent’anni, e nonostante ciò sono stati spesi ben 250.000 euro.

Un Natale tra luminarie e… niente di più?

Le luminarie, ci dice il Comune, illuminano la città e ravvivano l’atmosfera natalizia. Certo, sono belle, ma da sole non bastano a creare quella magia che, tradizionalmente, avvolge questo periodo dell’anno. Il calendario degli eventi, pur ricco sulla carta, ci lascia perplessi: artisti di strada, qualche concerto qua e là, presepi artigianali nei quartieri di Montaperto, San Girolamo e Villa Bonfiglio. È tutto qui? Per una città che si prepara a diventare Capitale Italiana della Cultura 2025, ci aspettavamo un po’ di più.

Eppure, i fondi non sono mancati: con un investimento di 250.000 euro, il Natale agrigentino avrebbe potuto essere molto diverso. A salvare in parte la situazione sono stati i privati cittadini e i commercianti, che con grande impegno hanno cercato di abbellire e decorare alcuni angoli della città, mascherando di fatto un’insufficienza organizzativa da parte dell’amministrazione comunale.

“E Nascì Lu Bambineddu” e il salotto che non c’è

Il programma per domani, venerdì 20 dicembre, prevede lo spettacolo “E Nascì Lu Bambineddu” dei Quartet Folk, che porterà canti siciliani allo Spazio Temenos. Un’iniziativa sicuramente interessante, ma non basta a sostenere l’intero peso di un Natale degno di una città come Agrigento. E poi c’è “Natale in Festa” in via Atenea, il cosiddetto “salotto della città”. Ma quale salotto? Via Atenea, oggi, è più simile a una soffitta dimenticata che a un salotto accogliente. Trampolieri e musicisti riusciranno davvero a ravvivarla o sarà solo un palliativo momentaneo?

Capodanno: il mistero continua

E se il Natale lascia perplessi, l’avvicinamento al Capodanno è a dir poco sconfortante. A soli 9 giorni dalla fine dell’anno, gli agrigentini non hanno idea di cosa accadrà in piazza. La tradizionale piazza della stazione, ormai, sembra destinata al silenzio, vista la situazione critica di via Acrone, che secondo la Protezione Civile rischia il collasso. E allora? Dove, come e con chi si festeggerà? Per ora, non ci è dato saperlo.

Tra sacro e profano: il Natale della (poca) speranza

Il sindaco Francesco Miccichè e l’assessore Costantino Ciulla parlano di una rassegna che diffonderà “emozioni e suggestioni legate alla Natività” e che, “alla riscoperta dei migliori valori della tradizione Cristiana”, regalerà gioia a grandi e piccini. Forse vivono in una realtà parallela. Perché, nella Agrigento di oggi, più che emozioni e suggestioni, si percepiscono frustrazione e delusione.

Ma in fondo, proviamo a guardare il lato positivo: almeno abbiamo le luci. E forse, in una città che sembra spegnersi ogni giorno di più, un po’ di luce è meglio di niente. Grazie ai privati e ai commercianti, Agrigento ha potuto mascherare parte delle sue mancanze. Auguri, Agrigento, per questo Natale di resistenza. Speriamo che il 2025 porti non solo una nuova luce, ma anche una nuova visione, perché quella attuale è davvero troppo spenta.

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