Il Parco dell’Addolorata ad Agrigento è l’ennesima dimostrazione del fallimento amministrativo nel gestire il patrimonio verde della città. La nostra visita di questa mattina, documentata con immagini inequivocabili, mostra una realtà allarmante: il parco, che dovrebbe essere un polmone verde e un luogo di svago, si è trasformato in una discarica a cielo aperto, con la presenza di materiale altamente inquinante. Gli ingressi, lasciati liberi e senza alcun controllo, permettono il transito di mezzi pesanti adibiti al trasporto di inerti e rifiuti vari, aggravando ulteriormente la situazione ambientale.

La beffa dell’amministrazione e le richieste delle associazioni

L’amministrazione comunale continua a millantare successi sulla gestione degli spazi pubblici, ma la realtà è ben diversa. Il Codacons, nella persona del suo responsabile Giuseppe Di Rosa, aveva provocatoriamente chiesto la gestione del Parco dell’Addolorata, denunciando lo stato di abbandono e le mancate risposte da parte dell’amministrazione. Una provocazione che si è rivelata una denuncia concreta, visto che nulla è stato fatto per restituire il parco ai cittadini.

Molti agrigentini non conoscono nemmeno la vastità del Parco dell’Addolorata, riducendolo alla sola area visibile dalle strade principali. In realtà, il parco si estende per ettari, e le sue condizioni peggiori si trovano proprio nelle aree meno frequentate, dove il degrado è diventato sistematico.

Chi tratta per la gestione del parco?

Negli ultimi mesi, diverse associazioni si sono fatte avanti per ottenere la gestione del parco e restituirlo alla comunità. Tuttavia, l’amministrazione sembra non voler cedere il controllo, continuando con la propria gestione fallimentare senza coinvolgere realmente chi vorrebbe prendersene cura. Le trattative restano avvolte nel mistero, mentre il degrado continua inesorabile.

Il simbolo della protesta: lo striscione sul cavalcavia

Un dettaglio emblematico è lo striscione esposto sul cavalcavia che conduce all’ingresso pedonale del parco. Un messaggio rivolto alla città e alle istituzioni, che sembra voler dire qualcosa di importante: Agrigento non può più tollerare l’inerzia amministrativa. Mentre l’amministrazione fa propaganda sui presunti successi, i cittadini assistono impotenti allo scempio del proprio territorio.

Il carcere di San Vito e il parco: investimenti milionari necessari

Il Carcere di San Vito, distante dal Parco dell’Addolorata, è un altro esempio di promesse prive di fondamento. Si parla di trasformarlo in un centro culturale, ma chi lo propone sembra non sapere di cosa sta parlando. Come per il parco, per il carcere servirebbero investimenti milionari e un enorme lavoro di squadra per restituirlo alla comunità. Senza una vera pianificazione, queste idee restano semplici slogan privi di attuabilità.

Conclusioni

Le immagini raccolte parlano da sole: il Parco dell’Addolorata non è gestito. È lasciato all’incuria e all’abbandono, mentre le istituzioni continuano a bleffare sui risultati ottenuti. Il futuro del parco dipenderà dalla pressione che cittadini e associazioni riusciranno a esercitare: se non ci saranno interventi immediati, Agrigento rischia di perdere un’altra area verde, trasformata in un’eterna discarica contaminata.

3 pensiero su “Agrigento, il Parco dell’Addolorata tra abbandono e menzogne: chi lo gestirà?”
  1. Inutile lamentarsi ora.
    Ad Agrigento non c’è mai stata una classe politica degna hanno sempre, e tutti, pensato a come fregare i soldi e raggirare i cittadini dalle promesse fatte.
    Fate una riflessione

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