Il Tribunale di Agrigento ha accolto il primo ricorso presentato contro i pignoramenti dei conti correnti disposti dal Comune di Agrigento, sospendendo l’efficacia dell’atto esecutivo.
Una decisione che segna un punto fermo e che, come avevamo previsto e scritto sin dal primo giorno, rende giustizia ai cittadini colpiti da un’azione ingiusta, sproporzionata e in diversi casi illegittima.
Il provvedimento arriva a seguito dell’azione promossa dall’avvocato Pierluigi Cappello del Codacons, che aveva denunciato pubblicamente il comportamento delle banche e dell’amministrazione comunale.
L’avvocato Cappello ha reso nota la decisione del Giudice, sottolineando che la legge è chiara e deve essere rispettata da tutti, anche dal Comune di Agrigento.
IL CASO: BANCA E COMUNE IGNORANO LE TUTELE PREVISTE DALLA LEGGE
Il cittadino che ha ottenuto la sospensione – un padre che riceve sul proprio conto l’assegno di invalidità della figlia minore – si è ritrovato con il conto completamente azzerato, nonostante il saldo fosse di poco superiore a 200 euro e quindi inferiore ai limiti di impignorabilità stabiliti dalla legge.
L’avvocato Cappello spiega:
“La banca avrebbe dovuto applicare la legge e lasciare intatto il cosiddetto minimo vitale.
Invece ha bloccato tutto, costringendo il cittadino a ricorrere al Tribunale.
Ma la legge è legge, e il Giudice l’ha applicata.”
Il Giudice del Tribunale di Agrigento ha quindi ordinato la sospensione immediata del pignoramento, riconoscendo che non si può procedere in violazione delle norme che tutelano pensioni, stipendi e trattamenti assistenziali.
UN PRECEDENTE CHE CAMBIA TUTTO
Questa sospensione non è solo una vittoria personale:
è un precedente pesantissimo che potrebbe aprire la strada a decine di ricorsi analoghi.
Le famiglie colpite dai pignoramenti potranno ora chiedere:
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la restituzione delle somme indebitamente trattenute,
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e la condanna alle spese processuali a carico del Comune.
“Speriamo in una condanna alle spese esemplare – aggiunge l’avvocato Cappello – perché non si gioca con la vita delle persone.
Questa vicenda dimostra che le amministrazioni devono rispettare le leggi, non piegarle alla convenienza politica.”
REPORT SICILIA ANCORA UNA VOLTA AVEVA VISTO GIUSTO
Come avevamo scritto nei giorni scorsi, il sistema di pignoramenti di massa attivato dal Comune è stato portato avanti senza distinguere i casi sociali, senza verifiche e senza reale notifica preventiva.
Oggi, la decisione del Tribunale di Agrigento conferma ciò che Report Sicilia aveva denunciato sin dall’inizio:
non si possono colpire i più deboli in nome del bilancio comunale.
È la conferma che la verità, alla fine, trova sempre la strada per emergere.
UN’AMMINISTRAZIONE FUORI CONTROLLO
Questo episodio è solo la punta dell’iceberg di un’amministrazione comunale sorda alle regole, insensibile ai cittadini e cieca davanti alla realtà.
Un’amministrazione che confonde le leggi con “indirizzi politici” da piegare secondo convenienza,
che ignora il disagio sociale e che ha trasformato la riscossione dei tributi in una caccia ai poveri.
E adesso, dopo la prima sospensione, si profila una valanga di ricorsi che potrebbe travolgere tutto.
LA LEGGE È LEGGE. E FINALMENTE QUALCUNO LA FA RISPETTARE
Il messaggio del Tribunale è chiaro:
le norme che tutelano il minimo vitale, le pensioni, gli assegni e i trattamenti assistenziali valgono anche per il Comune di Agrigento e per le banche che eseguono i pignoramenti.
Questa è solo la prima vittoria, ma è un segnale di giustizia che fa sperare.
Report Sicilia continuerà a monitorare ogni caso, a raccogliere testimonianze e a dare voce a chi è stato colpito.
Il Comune di Agrigento ha sbagliato due volte:
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nell’azione, perché ha pignorato conti protetti dalla legge;
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nel metodo, perché ha scelto il silenzio e l’arroganza invece del dialogo e della legalità.
Gli agrigentini hanno il diritto di essere governati da persone che rispettano la legge, non da chi la interpreta a piacimento.
Come scriviamo da mesi:
questa amministrazione merita di essere cacciata in malo modo, perché chi calpesta i cittadini non può rappresentarli.

