Il Palacongressi di Agrigento, da sempre pensato come fulcro del turismo congressuale, sembra aver cambiato completamente la sua vocazione. Con il nuovo cartellone “Riflessi Culturali”, che prenderà il via il prossimo 23 novembre, la struttura è ormai diventata una sorta di “Teatro Pirandello 2”, con un calendario teatrale che sembra fare concorrenza diretta a quello del Teatro Pirandello, storico punto di riferimento culturale della città.

Sebbene la rinascita del Palacongressi sia stata salutata con entusiasmo dopo il suo lungo periodo di inattività, trasformato in hub vaccinale durante la pandemia, la sua attuale programmazione fa emergere interrogativi preoccupanti. Con due cartelloni teatrali di alto livello, sostenuti da fondi pubblici, è difficile non notare una sorta di duplicazione dell’offerta culturale nella città, sostenuta da risorse destinate più agli spettacoli che ai bisogni concreti della cittadinanza.

Dietro le quinte, si profila una guerra politica tutta interna al centrodestra: il Teatro Pirandello è noto per essere gestito da esponenti di Fratelli d’Italia, mentre il Palacongressi beneficia del sostegno economico del Parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi, tradizionalmente nelle mani di Forza Italia. Questa lotta intestina all’interno della coalizione rischia di trasformare Agrigento in un campo di battaglia politico-culturale, dove gli agrigentini diventano spettatori di una contesa tra due forze politiche che cercano di primeggiare sulla scena locale.

La domanda che sorge spontanea è se una città come Agrigento, con le sue risorse e le sue necessità, possa permettersi due cartelloni teatrali di questo livello senza sacrificare l’obiettivo principale del Palacongressi: attrarre turismo congressuale e non diventare un antagonista del Teatro Pirandello. I fondi pubblici utilizzati per sostenere spettacoli e grandi eventi culturali potrebbero invece essere destinati a risolvere i bisogni urgenti della città, come la crisi idrica, la carenza di servizi e il degrado urbano.

Il cartellone del Palacongressi, che include grandi nomi come Rocco Papaleo, Nancy Brilli, Vanessa Gravina, Ambra Angiolini e musical di successo come Grease e Aladin, è sicuramente di grande richiamo. Tuttavia, non si può ignorare il fatto che le risorse destinate a questo tipo di iniziative arrivano in un contesto di crisi, dove altre priorità della città sembrano essere trascurate.

Agrigento merita una programmazione culturale di qualità, ma merita anche una gestione oculata delle sue risorse pubbliche, con un’attenzione maggiore ai bisogni reali della popolazione. La “guerra dei cartelloni” tra il Palacongressi e il Teatro Pirandello è solo un altro esempio di come le rivalità politiche interne possano finire per penalizzare una città che ha bisogno di coesione e visione per il futuro.

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