Il “risultato storico” decantato da Miccichè partirà dalla primavera 2026, quando si voterà per il nuovo sindaco. Un provvedimento elettorale camuffato da atto di dignità.
Agrigento —
Con un comunicato dal tono trionfale, l’Amministrazione comunale guidata da Francesco Miccichè ha annunciato di aver deliberato l’aumento orario da 34 a 36 ore settimanali per 196 dipendenti comunali a tempo parziale, a decorrere – guarda caso – dal mese di aprile 2026.
Secondo il sindaco, si tratta di “un riconoscimento della dignità del lavoro” e di “un risultato storico frutto della collaborazione amministrativa”.
Un’autocelebrazione che, tuttavia, non regge alla prova dei fatti.
Un atto dovuto per legge, non un merito politico
L’aumento delle ore per i dipendenti part-time non è un premio o un regalo dell’amministrazione, ma un obbligo normativo previsto dai contratti collettivi e dalla normativa nazionale sul pubblico impiego.
Dopo tre anni, infatti, i contratti part-time devono essere trasformati in full time: è la legge a imporlo, non la “volontà politica” del sindaco o dei suoi assessori.
Presentare un atto dovuto come una conquista storica significa ingannare i cittadini e i lavoratori, trasformando un adempimento di legge in un’operazione di pura propaganda.
Dove finiscono i risparmi del personale in pensione?
La realtà è che la pianta organica del Comune di Agrigento è ormai drasticamente ridotta, e il personale in servizio si trova spesso a coprire più ruoli per carenza di organico.
Negli ultimi anni, i pensionamenti hanno generato un risparmio milionario sulle casse comunali.
L’aumento delle ore, quindi, non incide realmente sul bilancio, perché si tratta di somme già disponibili: le stesse che prima servivano per pagare gli stipendi di chi oggi non è più in servizio.
Sorge spontanea la domanda: dove finiscono questi fondi? Perché non sono stati già utilizzati per completare gli orari di servizio dei dipendenti comunali, anziché attendere il 2026?
Un provvedimento che decorre… dopo il mandato
Il dettaglio più emblematico è proprio la decorrenza del provvedimento: aprile 2026.
Proprio in coincidenza con la fine della sindacatura Miccichè e con le nuove elezioni comunali.
Un tempismo che sa tanto di mossa elettorale, un modo per tentare di accaparrarsi consensi annunciando oggi ciò che entrerà in vigore quando l’attuale amministrazione, con ogni probabilità, sarà solo un triste ricordo.
Quale merito politico si può rivendicare, dunque, per una misura che scatterà dopo la fine del mandato? Nessuno.
Pressioni sul Consiglio comunale
Il comunicato del sindaco contiene anche un passaggio sibillino: il ringraziamento al Consiglio comunale “per il contributo indispensabile” all’approvazione del bilancio.
Un messaggio che molti leggono come una pressione indiretta ai consiglieri in vista dell’imminente approvazione del bilancio di previsione, di cui la misura sull’aumento orario fa parte.
Ma secondo fonti interne a Palazzo dei Giganti, il vero merito dell’inserimento della norma nel documento contabile non va alla Giunta, bensì a due consiglieri:
la Presidente del Consiglio Giovanni Civiltà e il consigliere Angelo Vaccarello, che si sarebbero comportati come “due mastini”, insistendo con fermezza perché la voce fosse inserita nel bilancio.
Ancora propaganda, zero risultati concreti
La verità è che l’amministrazione Miccichè continua a trasformare in slogan ciò che la legge impone, cercando visibilità a ogni costo.
Si canta vittoria per un provvedimento che entrerà in vigore tra un anno e mezzo, e che in realtà non costa nulla al Comune perché le risorse erano già disponibili.
Un film già visto, in cui la retorica dell’efficienza serve solo a mascherare l’immobilismo amministrativo e a tenere in piedi un racconto politico sempre più distante dalla realtà quotidiana dei cittadini.
La dichiarazione di Giuseppe Di Rosa
“Questo è l’ennesimo annuncio a orologeria — dichiara Giuseppe Di Rosa, portavoce del gruppo civico Tutti insieme per una città normale — fatto oggi per raccogliere applausi domani, quando questa amministrazione non ci sarà più.
Parlano di risultato storico, ma è solo un atto dovuto che scatterà a fine mandato, quando Agrigento dovrà scegliere un nuovo sindaco e voltare definitivamente pagina.
Se davvero avessero voluto riconoscere dignità ai lavoratori, lo avrebbero fatto subito con i fondi risparmiati dal personale andato in pensione, non nel 2026.
Ormai la città ha capito che a Palazzo dei Giganti si governa solo a colpi di comunicati e promesse.”

