Agrigento, una città che si appresta a celebrare il titolo di Capitale della Cultura 2025, si trova di nuovo a fare i conti con le sue profonde inefficienze infrastrutturali. La mancanza di acqua, una delle emergenze più drammatiche che la città affronta da anni, continua a minare il normale svolgimento delle attività quotidiane. Un esempio recente è quello del Liceo Scientifico “Leonardo”, che ha dovuto autorizzare l’uscita anticipata degli studenti alle ore 12:00 a causa della mancata erogazione dell’acqua.

La situazione descritta nella Circolare n. 84 circ. 84 – Uscita anticipata plesso centrale emessa dalla Dirigente Scolastica, Patrizia Pilato, sottolinea come le classi del plesso centrale dell’istituto siano state costrette a terminare le lezioni prima del previsto per via dell’impossibilità di garantire condizioni igienico-sanitarie adeguate. Un problema che affligge da tempo la comunità agrigentina e che continua a non trovare una soluzione concreta.

La città affonda tra i disservizi

Mentre la città di Agrigento si prepara a ospitare eventi legati alla sua nomina a Capitale Italiana della Cultura, i disservizi strutturali, come quello idrico, restano irrisolti, portando la città a sprofondare in un costante stato di emergenza. Il Sindaco Francesco Miccichè, che è anche a capo della Protezione Civile, insieme alla sua amministrazione, sembrano più impegnati nell’organizzazione di manifestazioni ed eventi legati alla promozione culturale, piuttosto che nell’affrontare le criticità quotidiane che affliggono la città e i suoi cittadini.

Nonostante gli sforzi apparenti per dipingere un’immagine luminosa e culturalmente attiva di Agrigento, la realtà è che la città perde sempre più contatto con le esigenze reali della sua popolazione. La gestione della crisi idrica è solo uno degli esempi di questa distanza tra l’amministrazione e i bisogni della comunità. Gli studenti, i docenti e le famiglie sono costretti a subire i disagi di un servizio essenziale che non viene garantito, come il diritto all’istruzione in condizioni dignitose.

Il paradosso di una Capitale della Cultura senza servizi di base

Agrigento dovrebbe rappresentare la Sicilia e l’Italia intera nel 2025 come modello di cultura, storia e innovazione. Tuttavia, il paradosso che emerge è una città che, nonostante le sue ambizioni culturali, non riesce a garantire servizi di base come l’erogazione regolare dell’acqua. Le autorità locali, in particolare la Protezione Civile e l’amministrazione comunale, sembrano distratte da iniziative collaterali, ignorando completamente le condizioni critiche in cui versa la città.

Il rischio è che l’impegno verso la cultura e la promozione del territorio diventi uno specchio per le allodole, nascondendo dietro di sé una realtà di degrado urbano, disservizi e inefficienza. La crisi idrica, come molte altre problematiche locali, rappresenta una ferita aperta che non può essere ignorata, soprattutto di fronte all’immagine di una città che si propone come emblema della cultura e della modernità.

La denuncia del CODACONS e la mancanza di interventi concreti

In questa cornice, si inserisce anche la denuncia del CODACONS e di altri enti locali che hanno più volte sollevato il problema della gestione delle risorse idriche, richiamando l’attenzione sull’incapacità dell’amministrazione comunale di risolvere definitivamente una questione così cruciale. Le risposte tardive o inesistenti da parte delle istituzioni locali non fanno che alimentare il malcontento e la frustrazione della popolazione.

Agrigento, una città che avrebbe tutto per essere un gioiello della cultura e del turismo, rischia di vedere il suo potenziale oscurato da una gestione amministrativa che non riesce a garantire l’efficienza dei servizi essenziali. La Capitale della Cultura 2025 potrebbe trasformarsi in una capitale di contraddizioni, dove dietro i riflettori si cela una città che lotta per non affondare tra le sue stesse inefficienze.

In conclusione, la domanda che la comunità si pone è chiara: quanto a lungo potrà Agrigento continuare a ignorare i suoi problemi interni, mentre si proietta verso un futuro di promesse culturali e artistiche?

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