Domani, Agrigento sarà teatro di una manifestazione che si preannuncia memorabile. I cittadini, stanchi della cronica carenza idrica che affligge la gran parte della PROVINCIA AGRIGENTINA ed in special modo il capoluogo, scenderanno in piazza Cavour per esprimere il loro dissenso contro l’inefficienza della classe politica e dirigenziale siciliana. Ma c’è un twist che potrebbe rendere l’evento ancora più surreale: si vocifera infatti che tra i partecipanti potrebbero esserci proprio quei dirigenti e politici agrigentini, artefici delle stesse disfunzioni che la popolazione denuncia.
L’idea che chi ha contribuito a questa situazione possa marciare accanto ai cittadini indignati è paradossale quanto un assassino che si presenta al funerale della sua vittima per offrire le sue condoglianze. Immaginatevi la scena: i volti noti della politica locale, noti per la loro incapacità di risolvere la questione idrica, che sfilano tra la folla con aria contrita e bandiere al vento, cercando di non attirare troppo l’attenzione.
Un sorriso amaro è inevitabile. Viene da chiedersi se porteranno anche loro le bottiglie d’acqua vuote, come simbolo della siccità che tormenta la provincia, o se magari verranno muniti di comodi ombrellini per ripararsi dal sole, simbolo di quel privilegio che ha sempre garantito loro accesso a risorse che ai comuni mortali sono negate.
Gli organizzatori, non potendo negare la partecipazione a nessuno, avranno comunque il loro bel da fare per gestire la situazione. Forse dovranno predisporre una zona VIP, riservata ai responsabili della debacle idrica, così che possano godersi lo spettacolo della protesta senza troppi disagi. Magari con un servizio di catering, perché si sa, marciare sotto il sole è faticoso e richiede energie.
Questa manifestazione rischia di trasformarsi in una grottesca parodia della realtà agrigentina. La presenza dei “grandi colpevoli” sarà il perfetto esempio del detto “la faccia come il c…”. Se non fosse tragico, sarebbe da ridere.
Alla fine, questa kermesse potrebbe insegnarci una lezione: a volte, per comprendere fino in fondo l’assurdità di una situazione, bisogna vederla incarnata in chi, con nonchalance, riesce a sfilare in piazza contro sé stesso(ad Agrigento non sarebbe la prima volta). Non ci resta che attendere domani e osservare come si evolverà questo curioso teatro dell’assurdo. E magari, chissà, ridere per non piangere.