Agrigento, designata Capitale Italiana della Cultura 2025, si trova al centro di un nuovo caso mediatico internazionale. La rinomata guida turistica Fodor’s Travel ha inserito la città nella sua “No List 2025”, un elenco di destinazioni che i turisti dovrebbero evitare. A scatenare le critiche non è l’indiscutibile bellezza della città, ma i problemi strutturali e gestionali che la affliggono, in particolare la grave crisi idrica.
L’onorevole Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, non ha risparmiato accuse contro il governo regionale e nazionale, definendo questa vicenda “un nuovo ‘successo’ del presidente della Regione Renato Schifani e del governo Meloni”.
Una crisi idrica che penalizza anche il turismo
Secondo Fodor’s Travel, Agrigento è da evitare per il suo stato infrastrutturale e per la crisi idrica, che potrebbe peggiorare con l’aumento previsto del turismo legato al titolo di Capitale Italiana della Cultura. La guida sottolinea che la città soffre di “una governance inefficace e una cattiva gestione”, aggiungendo che solo il 17% dei lavori previsti per affrontare l’emergenza idrica è stato completato, nonostante i 20 milioni di euro stanziati dal governo italiano per autocisterne e nuovi pozzi.
La denuncia politica
Davide Faraone ha evidenziato come questa vicenda rappresenti una figuraccia internazionale che si somma ai già pesanti disagi subiti dai cittadini e alle difficoltà delle imprese locali. “Non bastavano le enormi difficoltà quotidiane per la popolazione – ha dichiarato – ora la Regione di Schifani e il governo Meloni aggiungono anche una pessima figura nel mondo, con Agrigento che da simbolo di cultura si trasforma in simbolo di cattiva gestione”.
Agrigento Capitale della Cultura: un’opportunità a rischio
L’inserimento di Agrigento nella “No List” getta un’ombra sulla capacità della città di affrontare il grande impegno del 2025. Essere Capitale Italiana della Cultura avrebbe dovuto rappresentare un trampolino di rilancio per la città, ma il rischio è che l’inefficienza amministrativa e la mancanza di interventi tempestivi possano trasformare questa opportunità in un boomerang per l’immagine di Agrigento e dell’intera Sicilia.
Un appello per cambiare rotta
Mentre le critiche si moltiplicano, diventa sempre più urgente una risposta concreta da parte delle istituzioni. Servono interventi immediati per garantire un’efficace gestione delle risorse idriche e il completamento dei lavori infrastrutturali già finanziati. Solo così Agrigento potrà onorare il suo titolo di Capitale della Cultura e scrollarsi di dosso l’etichetta di meta da evitare.
Conclusioni
Questa vicenda, al di là delle polemiche politiche, è un monito sull’importanza di una governance responsabile e di una pianificazione strategica. Agrigento, città di storia e bellezza inestimabile, merita di essere celebrata per le sue eccellenze e non per le sue mancanze. Ma il tempo stringe: il 2025 è alle porte, e la città non può permettersi altri passi falsi.