Con un comunicato stampa diffuso oggi, l’Amministrazione Comunale di Agrigento ha celebrato con toni trionfalistici l’operazione “Tolleranza Zero” condotta a San Leone nel corso dello scorso fine settimana.
In una dichiarazione congiunta, il sindaco Francesco Miccichè e l’assessore alla Polizia Locale Carmelo Cantone hanno annunciato l’impiego di oltre il 50% della forza operativa della Polizia Municipale, sottolineando risultati definiti come “straordinari”.

Nel dettaglio, l’attività ha prodotto:

  • 27 preavvisi per parcheggi sui bracci del porticciolo turistico (violazione ordinanza 22/2006);

  • 118 sanzioni per divieti di sosta e transito in ZTL;

  • 4 verbali per occupazione abusiva di suolo pubblico;

  • 4 ispezioni per verifiche su concessioni;

  • 1 verbale per mancata nomina dell’addetto alla somministrazione;

  • 1 per mancata esposizione di licenza e listino prezzi;

  • 1 per mancata esposizione della tabella allergeni;

  • 1 sequestro di prodotti senza etichettatura e marchio CEE.

Un bilancio corposo che però solleva più domande che entusiasmi.

Legalità eccezionale o normale amministrazione?

Mentre il Comune sembra esultare per quella che, nei fatti, è ordinaria attività istituzionale, i cittadini si domandano: ma davvero siamo ridotti a considerare straordinario l’applicare la legge?
Le violazioni sanzionate – divieti di sosta, occupazioni abusive, carenze igienico-sanitarie – sono problemi quotidiani e noti da anni, che affliggono non solo San Leone ma l’intero territorio comunale. Possibile che si debba attendere l’operazione “Tolleranza Zero” per far rispettare ciò che è già scritto nero su bianco nei regolamenti?

Le leggi non si applicano a intermittenza

Il concetto stesso di “Tolleranza Zero” suggerisce, implicitamente, che fino a ieri vi fosse una “tolleranza amministrativa”, una sorta di zona grigia in cui l’abuso e l’illegalità venivano lasciati correre.
Ma la legge non funziona così. Le leggi non sono degli indirizzi, né scelte politiche da attuare secondo l’umore del weekend o l’intensità della stagione turistica. Sono norme vincolanti. E sono valide sempre, non solo quando si decide di fare “pulizia”.

Il rispetto delle regole non è un’eccezione da celebrare, ma un dovere istituzionale quotidiano. E quando un Comune deve impiegare oltre metà del proprio corpo di Polizia Locale per ottenere risultati che dovrebbero essere garantiti ogni giorno, non c’è nulla da festeggiare: c’è solo da riflettere sullo stato reale dell’organizzazione amministrativa.

Ma Agrigento non è forse Capitale della Cultura 2025?

È lecito domandarsi come si concilia tutto ciò con il titolo di “Capitale Italiana della Cultura 2025”. Perché se davvero Agrigento ambisce a essere vetrina internazionale della bellezza, del rispetto e della civiltà, non può farlo solo nei comunicati stampa.
Deve dimostrarlo sul campo, ogni giorno, garantendo il rispetto della legalità a tutti, ovunque e non solo nel fine settimana.

servono controlli costanti, non proclami occasionali

Se il Comune vuole davvero rendere Agrigento vivibile e civile, la direzione è chiara: niente più “operazioni speciali”, ma azioni ordinarie, costanti, diffuse.
La Polizia Locale non deve essere mobilitata solo per creare “l’evento del weekend”, ma deve essere messa nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo ogni giorno, nei quartieri, nelle periferie, nei luoghi critici – e non solo a San Leone.


Nota editoriale di Report Sicilia

Le leggi non prevedono “tolleranze”, né pause estive o deroghe emozionali. Parlare di “tolleranza zero” nel 2025 è un’ammissione implicita che fino a ieri la legalità era lasciata al caso. Ma la legge, anche ad Agrigento, non è un’opzione. È un obbligo. E chi amministra ha il dovere di farla rispettare senza proclami e senza pause.