Anche quest’anno la Polizia di Stato ha reso omaggio alla memoria di Giovanni Palatucci, l’ex Questore di Fiume riconosciuto come “Giusto tra le Nazioni” per il suo eroico impegno nel salvare oltre 5000 ebrei dai campi di sterminio. La cerimonia si è svolta presso il complesso della Polizia di Stato “D. Anghelone” ad Agrigento, rappresentando un momento di profonda riflessione e rinnovato impegno ai valori di coraggio e giustizia.
Una celebrazione solenne e partecipata
L’evento ha avuto inizio con una breve preghiera guidata dal Cappellano della Polizia di Stato, Don Maurizio Di Franco, seguita da un momento di raccoglimento e riflessione. Alla cerimonia hanno preso parte il Prefetto di Agrigento, dott. Salvatore Caccamo, il Vicario del Questore, dott. Carlo Mossuto, insieme a numerose autorità civili e militari. Presenti anche rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle Organizzazioni Sindacali e della Sezione A.N.P.S. di Agrigento.
L’eredità di Palatucci: un simbolo di coraggio e sacrificio
Giovanni Palatucci, deportato nel campo di concentramento di Dachau dove perse la vita nel 1945, rappresenta ancora oggi un esempio di rettitudine e solidarietà. Il suo sacrificio continua a ispirare il lavoro quotidiano di tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, rafforzando il valore universale della difesa della dignità umana e della giustizia.
Un tributo che si rinnova ogni anno
La commemorazione, celebrata in tutta Italia, ad Agrigento ha assunto un significato particolare, rafforzando il legame tra la comunità e coloro che operano per la sicurezza e la tutela dei diritti fondamentali. La Polizia di Stato, con questo omaggio, ha ribadito il suo impegno nel tramandare i valori per i quali Palatucci ha sacrificato la sua vita, affinché il suo eroismo non venga mai dimenticato.
La cerimonia si è conclusa con un momento di raccoglimento, un tributo sentito che conferma come il ricordo di Giovanni Palatucci rimanga vivo nella memoria collettiva e nel cuore di chi, ogni giorno, si impegna per la giustizia e la difesa dei più deboli.










