Agrigento, la sua città, non poteva e non doveva dimenticare Beppe Montana, il commissario della Polizia di Stato che venne assassinato il 28 luglio del 1985, in un agguato di mafia. Agrigento, seppur dilaniata da scandali e vergogne in vari settori, non poteva e non doveva non rendere omaggio a chi seppe combattere cosa nostra faccia a faccia, pagando col prezzo più grande quello straordinario impegno in favore della legalità vera. E Agrigento non ha dimenticato, ha “regalato” alla memoria di Montana, a 40 anni esatti dal delitto, ben tre momenti commemorativi, di grande valore. Prima la tradizionale deposizione di una corona d’alloro ai piedi della lapide posta sulla facciata centrale della Questura, il cui palazzo è intitolato proprio al martire di mafia. Presenti ovviamente tutti i vertici delle istituzioni, dal prefetto Salvatore Caccamo al “padrone di casa”, il questore Tommaso Palumbo. In prima vila ovviamente il Procuratore della Repubblica, il presidente del Tribunale Giuseppe Melisenda Giambertoni, il sindaco Franco Miccichè, il presidente del consiglio comunale Giovanni Civiltà, assessori, la deputata regionale Rosellina Marchetta. Totalmente assente la gente, come se nessuno tra le persone di passaggio nella centralissima piazza Vittorio Emanuele avvertisse la voglia, il desiderio di accostarsi alle istituzioni dello Stato per rendere omaggio a un servitore di quello stesso Stato, che ci ha pure rimesso la vita. Agghiacciante vedere tutta questa indifferenza, quasi ritrosia, come se il territorio avesse anticorpi contro ciò che rappresenta la regola e il rispetto di essa. Andiamo avanti, con il secondo momento di commemorazione, svoltosi all’ingresso della scuola media Castagnolo. Qui un gigantesco murales, raffigurante una immagine famosa di Montana e realizzato dall’artista Igor Scalisi, accoglie chi passa da alcuni mesi ed è stato inaugurato in questa circostanza. Una bellissima opera, ai piedi della quale si sono posti il Questore, il prefetto, la deputata Marchetta e il dirigente scolastico Catalano.
Tanti ricordi su un vero eroe dell’antimafia, poi …


Tutti hanno speso parole di ricordo anche commosse verso Montana, il sindaco ha rievocato anche una sua parentela, evidenziando come Montana fosse una persona straordinaria, devoto al lavoro, al senso del dovere e un agrigentino di cui andare orgogliosi. Non è mancato un momento un pò… così. Quando ha preso la parola la deputata Marchetta, ha estratto dalla propria borsa una lettera, consegnatagli dal presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, indagato per presunta corruzione dalla Procura di Palermo per – ritengono gli inquirenti – contributi per eventi culturali a fondazioni ed enti, in cambio di incarichi e consulenze per il proprio staff, insieme alla sua portavoce, Sabrina De Capitani. Ovviamente, la lettera non era da intendere come scritta dal signor Galvagno, ma da colui il quale in questo momento siede sulla poltrona più alta dell’Assemblea regionale siciliana. Un saluto istituzionale dunque, ma che non è stato derubricato nella banalità. Superato qualche istante di imbarazzo istituzionale, la giornata è proseguita con una messa. Quel murales all’ingresso di una scuola di straordinario valore strategico per la crescita culturale di Agrigento è un grande “investimento” per il futuro. Tutti i ragazzi, i loro genitori, il personale scolastico ogni mattina vedranno la faccia di Montana e non potranno non rapportarsi al suo esempio. I più giovani e curiosi avranno modo di conoscerlo, emulandone l’impegno sociale e lavorativo. Il preside Catalano ha invitato tutti i rappresentanti delle istituzioni a recarsi nella “sua” scuola all’inizio del nuovo anno scolastico. Perchè la testimonianza di chi lavora oggi sul campo, si mischi a quella donata da chi ha pagato con la vita il proprio ideale.

