Campagna elettorale mascherata da rimpasto
Miccichè prepara l’ennesima “insalata agrigentina”: fuori Ciulla(con un fungo avvelenato), dentro Montalbano e forse Accurso Tagano
Domani potrebbe consumarsi l’ennesima vergogna tutta firmata Francesco Miccichè. A sette mesi dalla fine della sua sindacatura, il sindaco di Agrigento si appresta a fare altre vittime politiche, scegliendo di sacrificare l’assessore Costantino Ciulla, “reo” di essere uomo vicino alle posizioni dell’onorevole Lillo Pisano.
Pisano, che negli ultimi anni ha rappresentato un punto di riferimento per il Comune, non avrebbe più accettato di fare il “porta valori” alla macchina amministrativa di Miccichè. Eppure – va ricordato – proprio grazie al suo impegno si sono registrati risultati importanti: dall’ottenimento del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025, ai milioni di euro spesi per portare ad Agrigento artisti di richiamo nazionale come Elettra Lamborghini, Giusy Ferreri e Achille Lauro, fino al risanamento del Teatro Pirandello, che aveva ereditato dall’amministrazione Firetto un debito vicino ai 500 mila euro.
Miccichè, invece di riconoscere questo lavoro, apre la porta a un nuovo ingresso in giunta: Sandro Montalbano, agrigentino, Direttore Amministrativo del MIUR presso l’istituto “Pirandello”. Un nome che non arriva a caso: Montalbano è considerato molto vicino all’ex onorevole Benedetto Adragna, figura che secondo i bene informati potrebbe candidarsi a sindaco alle prossime amministrative.
Ma non finisce qui. Essendo ancora libero il posto lasciato dall’ex vicesindaco Aurelio Trupia, le voci di palazzo parlano dell’avvocato Riccardo Accurso Tagano, professionista che lavora in uno studio legale a Palermo, come possibile nuovo ingresso nella squadra di governo.
Ed ecco che prende forma la solita “insalata agrigentina”: un centrodestra che non vuole mollare il dominio sulla città, rispolvera vecchie glorie come Lillo Sodano e lo stesso Adragna – che insieme superano abbondantemente i 150 anni – e riorganizza i pezzi di potere in vista della campagna elettorale.
Il tutto si inserisce dentro un mandato segnato da continui cambi in corsa: fino all’uscita di Aurelio Trupia(sindaco ombra), Una giunta trasformata in un vero e proprio valzer delle poltrone, in cui la stabilità politica è stata sacrificata agli interessi di bottega.
Tra endorsement nei castelli di famiglia, cambi di casacca e nuovi innesti in giunta, la partita è già iniziata. Agrigento diventa ancora una volta il terreno di scambio di equilibri politici e di interessi personali.
A pagarne il prezzo, come sempre, sono i cittadini.
Forza Agrigento.

