Il Comune non ha ancora approvato né il consuntivo 2024 né il previsionale 2025. Licari: “Consiglio Comunale esautorato, casse al collasso, nessuno strumento finanziario operativo”.
Siamo al 23 novembre 2025.
Sono passati undici mesi dall’inizio dell’anno e il Comune di Agrigento non ha ancora approvato né il Bilancio Consuntivo 2024, né il Bilancio Previsionale 2025.
Una situazione che – oltre a essere fuori legge – sta paralizzando completamente la vita amministrativa della città.
Il dato non è solo tecnico: è politico, economico e istituzionale.
Perché senza bilanci, una città non può operare.
E perché, di fatto, il Consiglio Comunale è stato esautorato del suo ruolo più importante: quello di approvare e controllare la gestione delle risorse pubbliche.
Casse comunali al limite del collasso
Secondo le verifiche condotte dal dott. Salvatore Licari, consulente economico delle associazioni civiche Tutti Insieme per una Città Normale, la situazione è “ormai ingestibile”.
«Siamo a novembre del 2025 e non c’è ancora traccia del bilancio consuntivo 2024.
È un fatto gravissimo, perché il consuntivo fotografa lo stato reale delle casse e indica le risorse residue disponibili per l’anno in corso.
In sua assenza, il Comune non ha strumenti di programmazione, non può spendere, non può pianificare e non può assumere alcun impegno finanziario serio.»
In pratica, Agrigento naviga a vista, con una struttura amministrativa bloccata da ritardi, debiti e confusione contabile.
Il bilancio “fantasma” del 2025
A peggiorare la situazione c’è il bilancio previsionale 2025, che non solo non è stato approvato, ma non ha nemmeno il parere dei Revisori dei Conti.
Senza questo atto, ogni decisione economica – dagli investimenti alle assunzioni – è priva di validità legale.
«La Giunta continua a parlare di assunzioni e nuovi progetti – spiega Licari –
ma non c’è un solo euro realmente disponibile.
Il Comune è senza bilancio e, quindi, senza capacità di spesa.
Tutto ciò che si annuncia è privo di copertura.»
I documenti analizzati mostrano che il Comune, negli ultimi anni, ha incassato circa 68 milioni di euro annui, mentre nel previsionale 2025 si stimano quasi 195 milioni di euro.
Un incremento del 186%, che nessun parametro economico reale giustifica.
Un Comune senza strumenti e senza direzione
L’assenza di bilanci approvati comporta l’impossibilità di accedere a finanziamenti regionali e statali, di firmare contratti, di liquidare fornitori e di approvare nuovi bandi.
Inoltre, le rate dei mutui, le spese per i servizi essenziali e perfino le risorse per la manutenzione ordinaria vengono gestite in regime provvisorio, con limiti e vincoli sempre più rigidi.
«Agrigento è oggi un Comune senza bussola contabile – sottolinea Licari –.
Le entrate non bastano a coprire le spese fisse, e si continua a tassare i cittadini con aliquote massime per IMU e TARI, senza garantire servizi adeguati.»
Consiglio Comunale esautorato
L’aspetto politico è ancora più grave.
Il Consiglio Comunale, che per legge ha la responsabilità di approvare i documenti contabili, non è stato messo in condizione di deliberare.
Le Commissioni non hanno ricevuto i testi, i Revisori non hanno espresso pareri e la Giunta, di fatto, governa in assenza di bilancio.
«Il Consiglio – commenta Licari – è stato esautorato del suo primario compito.
E senza bilancio, viene meno la democrazia amministrativa.
È come se un’azienda andasse avanti da un anno senza sapere quanti soldi ha in cassa.»
La città paga, ma non riceve
Nel frattempo, gli agrigentini continuano a pagare tasse altissime:
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IMU tra le più elevate d’Italia
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TARI superiore del 23% alla media siciliana
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Servizi essenziali carenti o inesistenti
Mentre le casse comunali restano vuote e gli uffici operano nel caos, il Comune non ha un bilancio approvato da quasi due anni, e non dispone di alcuno strumento operativo per pianificare il futuro.
Agrigento è oggi una città commissariata nei fatti, anche se non ancora formalmente.
Senza bilanci, senza controllo politico, senza trasparenza e senza capacità di spesa.
«Siamo davanti a un fallimento istituzionale – conclude Licari –.
È tempo che chi rappresenta la città si assuma le proprie responsabilità, prima che Agrigento scivoli definitivamente nel dissesto.»

