Crisi idrica ad Agrigento, Faraone interroga il Governo: “Servizio gestito male, cittadini esasperati”

Aumentano le denunce e le richieste di intervento sul caso della grave crisi idrica che da anni affligge i comuni della provincia di Agrigento. Questa volta a portare la questione in Parlamento è l’onorevole Davide Faraone, che ha depositato un’interrogazione a risposta scritta (atto n. 4/05004) Interrogazione Faraone Gestione servizio idrico integrato Agrigento rivolta ai Ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e delle Infrastrutture e Trasporti.

Nel testo si denunciano le condizioni intollerabili in cui versano i 34 comuni serviti da Aica – Azienda idrica comuni agrigentini, ente pubblico consortile nato dopo il fallimento di Girgenti Acque e composto dagli stessi comuni.

“L’acqua viene erogata ogni 10 o addirittura 20 giorni – scrive Faraone – a fronte di tariffe che Aica intende aumentare nonostante il servizio sia gravemente inefficiente e discontinuo.”

L’interrogazione richiama inefficienze gestionali gravi all’interno dell’Aica e dell’Assemblea territoriale idrica (Ati), composta dai sindaci, responsabili – secondo quanto riportato anche da video e articoli della stampa locale – del fallimento dell’attuale governance idrica. La Consulta di Aica, citata nel testo, ha segnalato perdite per oltre 6,3 milioni di euro tra il 2021 e il 2023, e un ulteriore deficit stimato di 3 milioni per il 2024.

Tra le criticità sollevate:

  • Presenza di 11 gestori idrici non accorpati che impediscono la creazione dell’ambito unico e della tariffa unica, ostacolando l’accesso ai finanziamenti infrastrutturali;

  • Mancanza di azioni concrete da parte del Governo regionale, che secondo Faraone non avrebbe avviato interventi o progettazioni adeguate;

  • Necessità di un commissariamento del sistema idrico agrigentino, considerato il fallimento del riequilibrio economico-finanziario e l’assenza di controllo sulla gestione;

  • Aumenti tariffari ritenuti “illegittimi”, in un contesto di disservizi estremi e lesione dei diritti fondamentali dei cittadini.

Alla luce della situazione, Faraone chiede:

  1. Se il Governo sia a conoscenza del disastro idrico in provincia di Agrigento;

  2. Quali iniziative urgenti si intendano adottare per ristabilire condizioni minime di efficienza;

  3. Se sia previsto un piano straordinario di finanziamenti per le infrastrutture idriche locali;

  4. L’attivazione di un tavolo tecnico interministeriale con Regione Siciliana e il commissario nazionale per l’emergenza idrica.

L’interrogazione, ancora in corso di valutazione, suona come un duro atto d’accusa non solo verso Aica e Ati, ma anche verso chi finora ha minimizzato la portata della crisi idrica agrigentina, tra silenzi istituzionali e mancata trasparenza.

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