AGRIGENTO – Un temporale violento, sì. Ma soprattutto una città impreparata. Nel primo pomeriggio di oggi intere aree di Agrigento – Villaggio Mosè, Cannatello, San Leone fino alla zona del Fiume Naro – sono state sommerse da fiumi d’acqua e fango. Strade trasformate in torrenti, auto danneggiate, appartamenti allagati, traffico paralizzato. Le immagini e i video arrivati in redazione raccontano una scena già vista, che si ripete puntuale ad ogni pioggia intensa.

I quartieri colpiti

  • Villaggio Mosè: carreggiate impraticabili, auto spostate dalla corrente, garage e piani bassi invasi dall’acqua.

  • Cannatello: allagamenti diffusi con detriti trascinati verso le zone residenziali.

  • San Leone: il lungomare e le vie interne trasformate in canali, marciapiedi sommersi.

  • Fiume Naro: livelli d’acqua preoccupanti, residenti in apprensione.

Le domande (senza risposta) a Comune, gestore e ATI

In un territorio classificato a rischio idrogeologico elevato, la prevenzione non è un optional:

  1. Comune di Agrigento: quando è stata eseguita l’ultima pulizia delle caditoie nei quartieri a quota più bassa? Esiste un piano pubblico con date, strade e ditte incaricate?

  2. Gestore della rete fognaria (SII): perché la rete va in pressione e l’acqua risale dai tombini? Quali tratti critici sono mappati e quali lavori strutturali (adeguamento collettori, separazione pluviali/reflue, vasche di laminazione, valvole di non ritorno) sono previsti con tempi certi?

  3. ATI/Assemblea dei Sindaci: quali atti di indirizzo e controllo avete imposto al gestore per i “punti neri” storici (San Leone, Villaggio Mosè, Cannatello)?

Non è solo “maltempo”: cosa dice la giurisprudenza

Quando l’acqua esce dalle griglie stradali perché la fognatura è sottodimensionata o mal gestita, non basta parlare di “evento eccezionale”. Una recente sentenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche ha chiarito che, in casi del genere, il gestore del Servizio Idrico Integrato risponde ex art. 2051 c.c. come custode della rete; il “caso fortuito” non vale se la pioggia non è davvero eccezionale.
La pulizia delle caditoie resta un dovere del Comune e va fatta prima dell’autunno e dopo gli episodi ventosi: senza questo, le strade diventano vasche. Ma, anche con le griglie pulite, se a valle la rete non regge, l’acqua rigurgita.

Cosa serve adesso (non domani)

  • Pulizia tracciata delle caditoie quartiere per quartiere, con report pubblico.

  • Cantieri strutturali: adeguamento dei collettori, separazione acque bianche/nerastre dove possibile, vasche di laminazione, valvole di non ritorno nei punti sensibili.

  • Trasparenza: pubblicare il cronoprogramma degli interventi e lo stato d’avanzamento.

  • Protezione civile: mappa aggiornata delle aree a rischio, allerta rapida ai residenti, piani di chiusura strade e sottopassi.

«La pioggia passa, i danni restano. Quello che manca – da anni – è una vera politica di manutenzione e adeguamento. Oggi a pagare sono stati, ancora una volta, i cittadini.»

Report Sicilia raccoglie segnalazioni, foto e video dei lettori per documentare responsabilità e ritardi. Inviateci via mail o sui nostri canali social via, ora, danno subito: costruiremo una mappa pubblica dei “punti neri” e chiederemo gli atti ufficiali a Comune, gestore e ATI. Perché l’acqua non aspetta i comunicati stampa.

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