La via che porta al Teatro dell’Efebo, luogo di rara bellezza, è sommersa da rifiuti. Agrigento soffoca tra degrado e fallimenti amministrativi.

La situazione igienico-ambientale ad Agrigento peggiora di giorno in giorno. Non esiste angolo della città che non necessiti urgentemente di essere spazzato o discerbato, e intere zone vengono ormai trasformate in discariche a cielo aperto. Sacchi di immondizia, ingombranti e rifiuti di ogni tipo restano abbandonati sui marciapiedi, come se la raccolta straordinaria prevista dal contratto — tre volte la settimana — fosse solo una chimera.

Le immagini parlano da sole: la strada che conduce al Teatro dell’Efebo, struttura di proprietà del Libero Consorzio dei Comuni, sorge in un’area di bellezza straordinaria, ma è costretta a convivere con cumuli di immondizia che ne deturpano l’accesso.

Un paradosso che stride con le iniziative culturali e artistiche organizzate in questi mesi da enti e privati, che nulla hanno a che vedere con la gestione istituzionale di “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”. Eventi che riescono a ravvivare la città e a richiamare pubblico, ma che si scontrano con lo stato di abbandono in cui versa il territorio circostante.

Mentre si spendono milioni di euro per manifestazioni ufficiali e progetti promossi dall’amministrazione comunale, le strade che portano a luoghi di straordinaria rilevanza come il Teatro dell’Efebo di proprietà del libero consorzio dei comuni, vengono lasciate al degrado, vanificando gli sforzi di chi con passione e sacrificio promuove cultura e bellezza.

Agrigento continua così a mostrare il volto peggiore di sé ai visitatori: una città che, invece di valorizzare il proprio patrimonio, lo soffoca tra incuria, sporcizia e una gestione dei servizi pubblici giudicata ormai fallimentare da cittadini e associazioni.

Le foto e i video raccolti testimoniano una realtà che non può più essere ignorata: la città ha urgente bisogno di pulizia, manutenzione e rispetto. Senza questi interventi, la cultura da sola non basterà a nascondere la crisi igienico-ambientale che avvolge Agrigento.