Sos di Federalberghi: “Ogni giorno dobbiamo inventarci qualcosa per poter andare avanti”.
Il sindaco Miccichè: “Insisto con la Regione perché realizzi il dissalatore”
Ad Agrigento la crisi idrica sta danneggiando anche il turismo. Alcuni stranieri hanno interrotto bruscamente il soggiorno nei b&b del centro storico: i rubinetti erano a secco. L’acqua arriva ogni 8 o 10 giorni, viene dagli invasi che si stanno prosciugando per la siccità ed è necessario razionarla. I titolari di alberghi, b&b e ristoranti sono disperati, i cittadini comprano l’acqua al supermercato per lavarsi. Nella città Capitale della Cultura 2025 si va avanti con le autobotti.
Ad Agrigento la crisi idrica sta danneggiando anche il turismo. Alcuni stranieri hanno interrotto bruscamente il soggiorno nei b&b del centro storico: i rubinetti erano a secco. L’acqua arriva ogni 8 o 10 giorni, viene dagli invasi che si stanno prosciugando per la siccità ed è necessario razionarla.
«Ma non è questo il modo di fare turismo — dice il presidente di Federalberghi Agrigento, Francesco Picarella — Gli invasi si stanno prosciugando e quasi il 50% della risorsa idrica viene persa a causa delle reti colabrodo: in alcune zone l’acqua arriva ogni 15 giorni. Il titolo di Capitale della Cultura 2025 è riuscito sin d’ora a potenziare la presenza turistica ad Agrigento. Basta un dato: nel 2023 le presenze sono aumentate del 24% rispetto al 2022. La gente vede questa destinazione con molto interesse, quest’estate attendiamo un numero maggiore di vacanzieri e ogni giorno dobbiamo inventarci un modo per andare avanti».
In città si convive con i turni, con le autobotti che fanno su e giù per le strade. Gli hotel comprano privatamente le autobotti al costo di cento euro l’una, a seconda della grandezza della struttura possono servirne anche due o tre a settimana. «È una situazione molto complicata — prosegue Picarella — però la crisi idrica ad Agrigento non risale a oggi, si parla di rifacimento della rete dal 2011. Il problema di oggi è figlio di una politica fallimentare della gestione dell’acqua che va avanti da 20 anni. Gli alberghi che hanno le proprie riserve in qualche modo compensano, i b&b del centro storico sono in estrema difficoltà».
Gli agrigentini sono scesi in piazza per protestare, fra le mani un lungo striscione con su scritto «Vogliamo l’acqua». Anche i gestori di ristoranti e bistrot soffrono. «Siamo in una situazione di emergenza — racconta Marco Maccarrone, titolare della trattoria Caico — Siamo abituati al razionamento ma in genere l’acqua arrivava due o tre volte a settimana, quest’anno se va bene l’erogazione avviene una volta ogni otto giorni. La stagione estiva è alle porte e siamo preoccupati, nessuno finora ci ha dato soluzioni alternative alle autobotti che fra l’altro sono a carico dell’imprenditore. Siamo tornati indietro di 40 anni, ciò rischia di distruggere l’unica risorsa che abbiamo: il turismo. Da 20 anni vivo in centro storico e ho dovuto comprare l’autobotte anche per il mio appartamento, non era mai mancata in casa. Prima arrivava per un paio di ore due o tre volte a settimana, ora abbiamo un’erogazione settimanale di mezz’ora lentissima: non riusciamo a riempire nulla. Ma attenzione: il romanzo che è tutta colpa della siccità è da prendere con le pinze. Questo disastro dipende dalla mala gestione dell’acqua non solo dalla mancanza della risorsa, gli impianti sono messi malissimo e adesso ci lecchiamo le ferite».
A volte i turni programmati saltano e l’acqua arriva ogni 13 o 15 giorni. La programmazione viene rivista quotidianamente. «Nella nostra zona era prevista l’erogazione venerdì ma all’ultimo minuto è stata rinviata» dice Giuseppe Guerrini, pensionato. Quando l’acqua arriva bisogna fare scorta. Ma non basta quasi mai. Così si acquistano decine di confezioni d’acqua minerale a settimana a famiglia. «Dobbiamo lavarci e siamo in 4, più il cane», dice Francesca Pluderi.
Il sindaco di Agrigento Francesco Micciché allarga le braccia. «I cittadini hanno ragione — dice — Sui b&b stiamo facendo un lavoro capillare dirottando più turni verso le strutture del centro storico. Gli invasi sono a secco, non ha piovuto». Qual è la strategia per l’estate? «Abbiamo chiesto a Siciliacque di aumentare l’approvvigionamento per Agrigento — prosegue Micciché — l’acqua è della Regione e non del Comune, la soluzione immediata sarebbe il dissalatore. Sto cercando di pressare. A Porto Empedocle la struttura c’è, le condotte esistono, bisogna mettere il dissalatore nuovo». E fare presto, prima che giungano altre disdette.
(https://palermo.repubblica.it/cronaca/2024/06/15/news/agrigento_senza_acqua_turisti_fuga_hotel_bb-423235721/)