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Non si placa il dibattito attorno al video mapping promosso dal Comune di Agrigento per celebrare i 2600 anni di storia della città. L’evento, che prevede 16 appuntamenti fino a fine anno e rappresenta un preludio alle celebrazioni di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, è finito sotto i riflettori per un dettaglio tutt’altro che trascurabile: una svastica fascista appare chiaramente in una delle scene dedicate al periodo della Seconda Guerra Mondiale.

Dalla segnalazione social alla conferma

Il caso è scoppiato quando, scorrendo i social, abbiamo notato un’immagine che sembrava ritrarre una mappa con svastiche proiettata durante lo spettacolo. In un primo momento abbiamo pensato a un fotomontaggio, ritenendo improbabile che un simbolo così controverso fosse stato effettivamente inserito in una rappresentazione pubblica. Tuttavia, dopo aver visionato il video completo del mapping, la conferma è arrivata: il simbolo nazifascista era reale, esposto senza alcuna contestualizzazione specifica, durante una proiezione che avrebbe dovuto celebrare la storia della città.

Il video, allegato ha scatenato numerose critiche da parte di cittadini e associazioni che ritengono inappropriato e offensivo l’inserimento del simbolo, soprattutto in un contesto che dovrebbe celebrare i valori culturali e universali di Agrigento.

Una svista o mancanza di supervisione?

La polemica si concentra sulla possibile mancanza di controllo preventivo da parte dell’amministrazione comunale. “Siamo certi che nessuno abbia visionato il contenuto del video prima della sua proiezione pubblica,” affermano i critici, ironizzando sulla superficialità della gestione. 

La giustificazione dell’amministrazione

Dall’amministrazione, nessuna risposta ufficiale al momento. Durante la presentazione del progetto, il sindaco Francesco Miccichè e l’assessore Ciulla avevano sottolineato l’importanza del video mapping per valorizzare la storia di Agrigento, descrivendo l’iniziativa come un “modo innovativo per raccontare la nostra identità.” Tuttavia, l’apparizione della svastica getta un’ombra sull’intero progetto, soprattutto alla luce della spesa sostenuta: 149.333 euro, ossia circa 9.333 euro a proiezione, senza che alla città rimanga nulla di tangibile oltre il ricordo delle immagini.

La critica alla gestione culturale della città

Questo episodio si aggiunge alle critiche già sollevate in precedenza sulla gestione culturale e amministrativa di Agrigento. Nonostante le ambizioni legate al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025, il degrado urbano della vicina Piazza Marconi e delle villette di Porta di Ponte, insieme al proliferare di situazioni di mancata trasparenza, gettano un’ombra sul percorso dell’amministrazione verso il 2025.

Un errore evitabile?

L’apparizione della svastica, seppur contestualizzata nel periodo storico rappresentato, è percepita come una scelta inopportuna e poco sensibile. Si sarebbe potuto trovare un modo diverso per rappresentare quel periodo, evitando di esporre un simbolo che richiama uno dei momenti più oscuri della storia.

Conclusioni

L’episodio rischia di trasformarsi in un boomerang per l’amministrazione comunale, mettendo in dubbio la cura e l’attenzione con cui vengono gestiti i progetti legati alla cultura e all’immagine di Agrigento. Agrigento merita iniziative che celebrino il suo patrimonio con rispetto e professionalità, senza errori grossolani che rischiano di oscurare le sue bellezze e il suo significato culturale.

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