Le immagini parlano da sole.
Alla Villa del Sole, nel cuore del centro storico di Agrigento, è comparsa una nuova piattaforma in cemento armato: una struttura rettangolare perfettamente gettata, delimitata da ferri verticali, collocata accanto al muro perimetrale storico e all’interno di un’area sottoposta a vincoli paesaggistici, archeologici e architettonici.
Un’opera che, a prima vista, non trova alcuna giustificazione né urbanistica né funzionale rispetto ai lavori in corso per la realizzazione dell’asilo nido comunale, già oggetto di pesanti polemiche e di numerose segnalazioni per presunti abusi.
Questa nuova piattaforma sembra essere l’ennesimo abuso negli abusi dell’abusivo, l’ultimo tassello di una sequenza edilizia che ha distrutto la storica villa pubblica e il suo patrimonio arboreo, cancellando un pezzo di storia cittadina in nome di un progetto amministrativo che continua a sollevare dubbi e indignazione.
Report Sicilia ha immediatamente inoltrato segnalazione ufficiale alle seguenti autorità competenti:
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Comando di Polizia Locale – Nucleo Antiabusivismo Edilizio,
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Carabinieri – Nucleo Tutela Ambientale,
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Procura della Repubblica di Agrigento,
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Prefetto di Agrigento,
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Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento,
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Presidente del Consiglio Comunale,
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Sindaco del Comune di Agrigento.
La domanda è semplice e diretta:
come è possibile che, dopo mesi di segnalazioni, articoli, denunce e interrogazioni, il cantiere della Villa del Sole continui a crescere in altezza e in cemento, senza che nessuno intervenga?
Questa nuova gettata di calcestruzzo rappresenta, a tutti gli effetti, una modifica sostanziale dell’assetto originario di un’area vincolata, e quindi potenzialmente un abuso edilizio gravissimo.
Se anche dopo quest’ennesima evidenza nessuno muoverà un dito, se il cantiere non sarà dichiarato abusivo e immediatamente sequestrato, allora non resterà che una sola verità:
significherà che tutti – amministratori, dirigenti, tecnici, organi di controllo e rappresentanti istituzionali – siete complici della distruzione della più storica e simbolica villa pubblica di Agrigento.
Questa nuova colata di cemento, spuntata tra ciò che resta delle antiche mura e delle palme superstiti, non è solo un gesto tecnico: è l’ennesima ferita inferta al cuore della città, il simbolo di un’amministrazione che ha scelto di voltarsi dall’altra parte.
Una città che lascia colare cemento dove un tempo giocavano i bambini e passeggiavano le famiglie non è una città che costruisce il futuro.
È una città che si autodistrugge nel silenzio delle sue istituzioni.


