La vicenda della Villa del Sole di Agrigento, simbolo del degrado amministrativo e urbanistico della città, torna al centro dell’attenzione con l’approvazione, da parte della Giunta Comunale, della Perizia di Variante e Suppletiva relativa ai lavori per la “Realizzazione di una scuola materna con annesso polo per l’infanzia” (CUP G49J21003350001 – CIG 984530390C)
Con la deliberazione n. 170 del 3 ottobre 2025 GC_170_2025, l’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Miccichè ha dato il via libera a modifiche sostanziali al progetto originario, giustificate – secondo gli atti – dalle “nuove prescrizioni” della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento.
Dal progetto originario al cantiere nel parco vincolato
L’intervento, finanziato con fondi del PNRR (Missione 4 – Componente 1 – Investimento 1.1 “Piano per asili nido e scuole dell’infanzia”), ha un valore complessivo di 3,3 milioni di euro.
Fin dalla sua approvazione, nel 2022, il progetto aveva suscitato aspre polemiche: la demolizione della storica Villa del Sole – un giardino pubblico sottoposto a vincolo paesaggistico – per far posto a un nuovo edificio scolastico era stata denunciata da associazioni e cittadini come un atto di “violenza urbanistica” in contrasto con le norme di tutela ambientale.
Malgrado le proteste e le segnalazioni, i lavori erano iniziati il 30 novembre 2023, affidati al Consorzio Stabile Build S.C.a.r.l. (con esecutrice la ditta CO.GE.MA.LA S.r.l. di Agrigento).
Poche settimane dopo, la Soprintendenza aveva ordinato la sospensione dei lavori, rilevando difformità rispetto al contesto paesaggistico. L’autorizzazione paesaggistica definitiva è arrivata solo il 26 marzo 2024, con una lunga serie di prescrizioni: spostamento dell’edificio, creazione di “quinte arboree” per mitigare l’impatto visivo, uso di pannelli solari non riflettenti, rivestimento con “pareti verdi” e restauro delle statue storiche provenienti dalla distrutta “Villa Garibaldi”.
La Variante: altri 258 mila euro per “armonizzare” l’edificio nel paesaggio
Le nuove indicazioni della Soprintendenza – formalizzate nel verbale del 9 luglio 2025 – hanno imposto ulteriori modifiche, tra cui:
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sostituzione degli agrumi già piantati con alberi ad alto fusto;
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rinuncia all’orto didattico;
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realizzazione di un tetto giardino;
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revisione cromatica e vegetale dell’intero complesso.
Per rispettare tali prescrizioni, il Comune ha approvato una perizia di variante del valore di 258.771,38 euro, pari a un aumento del 10,14% rispetto al contratto iniziale, finanziata con le economie di gara e con le somme destinate alle “variazioni contrattuali”.
Le ombre sulla gestione amministrativa
La variante, firmata dall’architetto Ivano Agostara (RUP) e dall’ingegnere Alberto Avenia (dirigente del Settore VI), è stata approvata con il parere favorevole dell’assessore Gerlando Principato, nonostante le perplessità di ordine urbanistico e paesaggistico già sollevate da tecnici e cittadini.
L’area resta infatti vincolata ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e del D.P.R. 107-A del 12 agosto 1966, e la sua destinazione a uso scolastico è frutto di una variante urbanistica “forzata”, approvata nel 2022 ai sensi dell’art. 19 del DPR 327/2001, norma pensata per opere pubbliche di pubblica utilità, ma non per costruzioni in aree tutelate.
Una vicenda emblematica
La storia della Villa del Sole è diventata emblema di un modo discutibile di gestire il territorio: demolire un giardino vincolato per costruire un asilo “green” finanziato dal PNRR, in nome della “riqualificazione”, appare una contraddizione evidente.
Oggi, a distanza di quasi tre anni dall’inizio dell’iter, l’area è ancora un cantiere aperto, e la città si interroga: era davvero necessario distruggere uno dei luoghi più amati di Agrigento per realizzare un’opera che poteva nascere altrove?
Mentre la giunta Miccichè approva varianti e delibere, i cittadini continuano a chiedere trasparenza, pubblicazione delle autorizzazioni e verifica della legittimità urbanistica dell’intervento.
Un’opera nata tra i vincoli del paesaggio e cresciuta tra le ombre della burocrazia rischia di restare, più che un polo per l’infanzia, un monumento alle scelte sbagliate di un’amministrazione sorda alla memoria della città.

