CONSULTA AICA DAL PREFETTO

La Consulta delle Associazioni, unica voce a segnalare l’illegalità delle forniture “a forfait”, è stata di fatto emarginata da AICA sotto la presidenza di Danila Nobile.

La Consulta delle Associazioni, che denunciava l’assenza di contatori e la fatturazione “a forfait”, è stata sciolta con atto ritenuto illegittimo. Ma dopo oltre un mese dall’incontro in Prefettura, tutto resta fermo.

La situazione dell’acqua nell’Agrigentino non è più interpretabile come complessa o tecnica.
È chiara, documentata e amministrativamente definita:

  • I Comuni non pagano l’acqua.

  • Alcuni non hanno installato i contatori, nonostante sia obbligatorio per legge.

  • Il gestore si trova nel mezzo.

  • Siciliacque avvia azioni di recupero.

  • La riduzione della portata minaccia cittadini e imprese che invece pagano.

Ma c’è di più:
l’unico organo che denunciava preventivamente tutto ciò è stato estromesso.


COSA DICE LA LEGGE (ARERA)

La deliberazione ARERA 218/2016/R/IDR stabilisce che:

Ogni utenza deve essere dotata di contatore funzionante e leggibile,
e i consumi devono essere determinati sulla base delle letture effettive per garantire la corretta fatturazione e l’equità del servizio.

218-16 arera

Non è una raccomandazione.
È un obbligo nazionale, in vigore dal 1° gennaio 2017.

La normativa ARERA è stata introdotta per:

  • tutelare l’utente finale,

  • evitare abusi e sprechi,

  • impedire fatturazioni arbitrarie,

  • garantire equilibrio economico del servizio idrico.

Se non c’è contatore,

non c’è consumo certo,
non c’è tariffa corretta,
non c’è legalità.


E QUI NASCE LO SCANDALO

Alcuni Comuni della provincia non hanno ancora installato i contatori.
Tra questi, il Comune del presidente dell’Assemblea dei Soci di AICA, cioè colui che coordina il sistema.

Questo Comune paga l’acqua “a forfait”, cioè senza misurazione effettiva.

Ciò significa che:

  • non si conosce il reale consumo,

  • non si conosce l’eventuale spreco,

  • non si conosce il debito reale,

  • e la differenza la paga la tariffa dei cittadini.

L’illegalità denunciata dalla Consulta era esatta.


6 OTTOBRE: LE ASSOCIAZIONI VANNO DAL PREFETTO

Il 6 ottobre, le associazioni della Consulta sono state ricevute dal Prefetto.

Documenti alla mano, hanno dimostrato:

  • l’assenza dei contatori in alcuni Comuni,

  • la violazione della deliberazione ARERA,

  • l’irregolarità dello scioglimento della Consulta,

  • il ruolo di vigilanza civica previsto dallo statuto.

In quell’occasione le associazioni hanno chiesto:

  1. Ritiro in autotutela dell’atto di scioglimento della Consulta

  2. Riammissione delle associazioni componenti

  3. Ripristino della legalità amministrativa all’interno dell’ATI/AICA

Il Prefetto ha riconosciuto la fondatezza della documentazione.


DOPO 30 GIORNI, NULLA È CAMBIATO

Nessun atto di autotutela.
Nessuna riammissione.
Nessun ripristino della Consulta.
Nessuna verifica sugli obblighi di contatore.
Nessuna presa di posizione pubblica.

E nel frattempo:

  • la crisi idrica si aggrava,

  • la diffida di Siciliacque pesa,

  • i cittadini pagano regolarmente,

  • i Comuni non lo fanno.


LA DOMANDA È ISTITUZIONALE, NON POLITICA

Perché, pur essendo informato, il Prefetto non ha ancora ristabilito la legalità?

Se la Consulta era l’unico baluardo,
se lo scioglimento è illegittimo,
se l’assenza dei contatori viola ARERA,
e se tutto ciò è stato riconosciuto

Perché il sistema resta quello di prima?

La crisi dell’acqua ad Agrigento non è una crisi d’acqua.
È una crisi:

  • di governo,

  • di trasparenza,

  • di legalità.

E ora la questione non riguarda più solo AICA o Siciliacque.

Riguarda lo Stato.