Sbloccati i conti correnti e garantiti gli stipendi, ma AICA diffida i sindaci morosi: senza il pagamento dei debiti l’emergenza idrica non finirà.

Agrigento, 22 agosto 2025 – L’AICA ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Siciliacque che consentirà nei prossimi giorni lo sblocco dei conti correnti aziendali, permettendo il pagamento degli stipendi ai 283 dipendenti, l’avvio di un piano di rientro con le imprese creditrici e la definizione complessiva del debito.

Un risultato che la presidente del CdA, Danila Nobile, ha definito “fondamentale per salvare AICA e garantire continuità al servizio idrico pubblico”. Ma la verità è che questo accordo non basta a mettere in sicurezza l’azienda: rinviare un debito non significa cancellarlo. Prima o poi, i conti devono essere saldati.

Il consumo idrico è costante e genera costi quotidiani che non possono essere congelati. Per questo AICA, con un’ultima lettera, ha diffidato i Comuni morosi a pagare immediatamente le somme dovute, avvertendo che in caso contrario ridurrà l’erogazione idrica al minimo legale e avvierà azioni legali, inclusi pignoramenti e segnalazioni alla Corte dei Conti e al Ministero dell’Interno.

La situazione è allarmante: i debiti dei Comuni soci superano i 15 milioni di euro. ecco alcuni esempi di debiti non aggiornati visto che la stessa Aica non li rende noti

  • Agrigento dovrebbe oltre 1,3 milioni di euro,

  • Palma di Montechiaro oltre 2 milioni,

  • Licata quasi la stessa cifra,

  • Sciacca circa 500 mila euro,

  • Ribera circa 500.000 pure .

Solo pochi sindaci hanno risposto, mentre la maggior parte continua a rinviare. AICA ha chiesto un cronoprogramma di pagamento, ma senza risposte concrete ogni sforzo rischia di vanificarsi.

L’accordo con Siciliacque ha evitato il tracollo immediato e garantito gli stipendi, ma non risolve il nodo centrale: senza il pagamento delle quote da parte dei Comuni, l’azienda resterà ciclicamente in emergenza, sempre punto e a capo.

Ogni rinvio aggrava il peso del debito e mette a rischio la stabilità di un servizio essenziale. Se davvero si vuole salvare AICA e garantire l’acqua ai cittadini della provincia, serve un atto di responsabilità: i sindaci devono pagare subito.