AGRIGENTO – Le denunce lanciate mesi fa da Report Sicilia trovano oggi piena conferma nel documento ufficiale firmato dalla Consulta delle Associazioni di AICA: la gestione pubblica del servizio idrico in provincia di Agrigento è tecnicamente fallita e rischia di trascinare con sé l’intero sistema. Una relazione inviata il 16 luglio 2025 a Corte dei Conti, ARERA, Regione Siciliana, Prefettura, ATI e sindaci soci non lascia spazio a interpretazioni: AICA è economicamente insostenibile, e le sue pratiche gestionali sono in aperta violazione della normativa vigente.
🔎 Il dossier della Consulta: numeri, omissioni e allarmi ignorati
Nel documento, articolato in 11 punti, la Consulta elenca una lunga serie di inadempienze e responsabilità che avrebbero causato un dissesto annunciato. Ecco i principali elementi:
Tariffe forfettarie fuori legge: oltre 25.000 utenze risultano ancora con tariffa a forfait, in palese violazione della regolazione ARERA. Un’anomalia che ha causato enormi perdite di introiti e uno squilibrio nei costi del servizio.
Banche dati mai trasmesse dai Comuni ad AICA, rendendo di fatto impossibile al gestore conoscere l’identità e la tipologia reale degli utenti, con conseguenti disservizi, errori di fatturazione e mancate entrate.
Mancato pagamento delle utenze pubbliche: i Comuni soci di AICA risulterebbero debitori di oltre 4 milioni di euro per consumi idrici non saldati. Una cifra che, in una gestione in equilibrio, sarebbe vitale.
Contributi non versati: i soci avrebbero dovuto coprire con 5 milioni di euro le perdite di esercizio, come previsto dal piano di riequilibrio. Quei soldi non sono mai arrivati.
Reti e impianti mai trasferiti: i Consorzi Voltano e Tre Sorgenti, pur obbligati per legge, non hanno ancora conferito ad AICA né impianti né utenze, compromettendo l’unificazione della gestione idrica d’ambito.
Assenza di controllo analogo: i Comuni, pur essendo soci e “padroni” dell’ente, non hanno esercitato il controllo analogo previsto dalla normativa europea, lasciando che AICA agisse come una società privata.
Bilanci approvati in ritardo e in violazione della trasparenza: quelli del 2021 e 2022 sono stati approvati fuori termine, quello del 2023 solo pochi giorni fa, senza il preventivo esame da parte dei Consigli Comunali. Il bilancio 2024, il più drammatico, non è ancora stato pubblicato, ma si prevede una perdita di oltre 4 milioni di euro.
🧨 Un disastro annunciato: Report Sicilia lo aveva già scritto
Non è una sorpresa. Già a marzo 2025, Report Sicilia aveva anticipato lo scenario con un articolo titolato “AICA, 10 milioni di buco: Report Sicilia scopre il tracollo”. Allora, nessuno aveva smentito. Anzi, proprio il silenzio assordante delle istituzioni locali ha aggravato la situazione, mentre il gestore pubblico proseguiva a navigare a vista, tra clientelismo, assunzioni senza copertura finanziaria e zero piani industriali.
📉 Le cifre del tracollo
2021: perdita d’esercizio di 1,3 milioni di euro
2022: perdita di 4,4 milioni di euro
2023: perdita contenuta a 0,5 milioni, grazie a tagli e mancati investimenti
2024: perdita prevista di oltre 4 milioni (dato non ancora ufficializzato)
Numeri impietosi, che pongono una domanda: chi pagherà il conto del disastro?
⚖️ Responsabilità politiche e amministrative
La Consulta è chiara: la responsabilità è diffusa ma individuabile. I colpevoli non sono solo gli amministratori di AICA, ma anche:
L’ATI idrico, incapace di imporre il conferimento delle reti e il rispetto del gestore unico;
I sindaci dei Comuni soci, che hanno votato bilanci e delibere senza passare dai Consigli Comunali, in violazione dell’art. 42 del TUEL;
I Consorzi Voltano e Tre Sorgenti, che continuano a gestire pezzi di rete come se il processo di unificazione non fosse mai cominciato.
E infine la Regione, assente nonostante i segnali di allarme, i sit-in, le denunce pubbliche e le interrogazioni parlamentari.
🆘 La richiesta di intervento: evitare il fallimento del servizio idrico
Nel finale del documento, la Consulta delle Associazioni invoca un’azione congiunta e urgente da parte delle istituzioni:
La Corte dei Conti per accertare le responsabilità erariali;
ARERA per garantire la corretta applicazione del metodo tariffario e sanzionare eventuali violazioni;
La Regione Sicilia per impedire la bancarotta e garantire la continuità del servizio essenziale;
La Prefettura di Agrigento per verificare il rispetto degli obblighi pubblici e scongiurare tensioni sociali.
🗣️ Consulta: “Intervenite ora, o sarà troppo tardi”
“AICA è nata per garantire l’acqua pubblica – si legge nel comunicato – ma così si rischia di perdere tutto. Le istituzioni intervengano ora, o sarà troppo tardi.”
Report Sicilia, come ha sempre fatto, continuerà a vigilare, a raccogliere documenti, testimonianze, atti ufficiali, e a dare voce ai cittadini, per evitare che anche questa crisi finisca nel dimenticatoio delle emergenze siciliane irrisolte.
📎 Consulta qui il documento completo della Consulta delle Associazioni di AICA CRITICITA’ AICA- CONSULTA 16-7-25
📎 Rileggi l’articolo d’inchiesta pubblicato da Report Sicilia a marzo: