Corte dei Conti e ARERA avevano già segnalato le irregolarità. Ma sindaci e vertici tacciono
Agrigento – Dopo mesi di disservizi, interruzioni idriche e una gestione sempre più opaca, arriva l’ennesimo schiaffo ai cittadini e alle imprese della provincia di Agrigento: AICA ha applicato aumenti tariffari fino all’11,40%, retroattivi dal 2024, senza alcuna approvazione dell’ARERA (Autorità nazionale per l’energia e l’acqua).
Un incremento illegittimo e ingiustificato, che si traduce in un extra-incasso di circa 5 milioni di euro all’anno, scaricato interamente sulle spalle dei contribuenti.
La Corte dei Conti aveva già segnalato le gravi irregolarità della delibera ATI del 29 aprile 2025, rilevando che gli aumenti non erano fondati su alcuna base documentale.
Le tariffe, inoltre, non sono mai state ratificate da ARERA.
Eppure, AICA continua a far pagare ai cittadini aumenti su acquedotto, fognatura e depurazione in piena violazione delle norme.
Dal 2022 ad oggi, le bollette dell’acqua sono lievitate complessivamente del 37%, mentre i servizi restano disastrosi: perdite idriche oltre il 60%, depuratori inadeguati, nessun investimento infrastrutturale.
Nonostante le somme incassate, AICA registra perdite superiori a 6 milioni di euro, e il bilancio 2024 – come il previsionale 2025 – non è stato mai approvato né pubblicato, ed infine, non rendicontano affatto.
L’azienda resta dunque in regime di opacità, mentre i sindaci dell’ATI e la governance AICA continuano a scaricare sui cittadini il prezzo della loro incapacità.
Bilanci segreti e Consulta fatta fuori
A peggiorare il quadro, la recente soppressione della Consulta delle Associazioni, unico organo di controllo civico, sciolta dalla presidente Danila Nobile.
Proprio quella Consulta che, nei mesi scorsi, aveva denunciato il rischio di danno erariale e bancarotta, con responsabilità ben precise, indicando nomi e ruoli di chi, tra amministratori e dirigenti, stava conducendo l’azienda pubblica verso un baratro finanziario.
Oggi, con la Consulta eliminata, nessuno può più controllare nulla.
E mentre la presidente scrive “convocazioni urgenti” al Presidente Schifani, i cittadini agrigentini continuano a pagare bollette gonfiate, servizi peggiori e una gestione che rasenta il fallimento.
Il punto
AICA ha aumentato le tariffe dell’11,40% in violazione delle delibere ARERA.
Tariffe mai approvate. Bilanci non pubblicati. Sanzioni ARERA occultate. Consulta sciolta.
Un sistema che doveva essere “pubblico e trasparente” è diventato una macchina di potere e prelievo forzoso, a danno dei cittadini.

