AICA, Cantone lascia(ma tutti hanno capito che non vuole) e si difende: “Noi fuori dalle decisioni sull’appalto rete idrica”. Ma non spiega come sia stata aggiudicata la gara.
AGRIGENTO – Il presidente del CDA AICA, Settimio Cantone, ha parlato pubblicamente dopo aver rimesso il proprio mandato – insieme a quello dell’intero Consiglio – nelle mani dell’assemblea dei sindaci. Un intervento che si muove tra la rivendicazione del lavoro svolto e il tentativo di prendere le distanze dalle inchieste in corso. Ma anche – e soprattutto – un discorso che elude il nodo centrale: come è stato possibile affidare i lavori per il rifacimento della rete idrica del Comune di Agrigento senza un decreto di finanziamento formale?
“Due anni fa i sindaci hanno scelto noi all’unanimità. Siamo orgogliosi del lavoro fatto. Ora, se ci sono fibrillazioni, con spirito democratico, senza rivendicazioni, rimettiamo il mandato”, ha dichiarato Cantone.
“Chi ci ha eletti può revocarci. Questo è il segno di una democrazia compiuta. Noi passiamo la mano, senza strategie o tatticismi”.
“Sull’appalto della rete di Agrigento, AICA non c’entra”
Alla domanda sullo scandalo che coinvolge l’appalto da 49 milioni di euro per Agrigento, Cantone ha scelto di prendere le distanze:
“Ci è dispiaciuto che un parlamentare nazionale abbia voluto associare l’inchiesta ad AICA. La nostra azienda non ha nulla a che vedere con le scelte dell’appalto, che sono state indirizzate da organismi esterni. Il CDA non ha competenza su quelle procedure”.
Nessuna parola, però, su come sia stato possibile aggiudicare una gara senza una copertura finanziaria, come segnalato nel decreto ATI 21/18 del 10 dicembre 2024, che conferma la revoca della disponibilità dei fondi previsti dal decreto 1537/2022.
“Il sindaco Castellino ha rispolverato vecchie lamentele. Io mi attengo alle notizie di stampa, i dettagli tecnici non afferiscono al CDA”, ha dichiarato Cantone, evitando così di rispondere sul merito.
“Serve capitalizzazione, altrimenti AICA è destinata all’asfissia”
Cantone ha poi lanciato un grido d’allarme sulla sostenibilità economica della società:
“Abbiamo provato a far vivere e funzionare AICA, ma senza risorse diventa tutto proibitivo. Non è un problema solo di debiti e crediti: noi compriamo l’acqua a 0,70 €/mc + IVA. Con una perdita del 64% ad Agrigento, per riempire 1.000 litri ne servono 1.640. È economicamente insostenibile. Serve una ricapitalizzazione immediata”.
Ma come è stato affidato l’appalto e con quale gara?
E resta la domanda cruciale a cui Cantone non ha risposto:
Come è stato possibile affidare i lavori alla ditta incaricata del rifacimento della rete idrica di Agrigento senza un decreto di finanziamento formalmente vigente? Con quale procedura e su quali basi giuridiche è stata celebrata la gara?
L’opinione pubblica attende chiarimenti, non autodifese.
📎 Nota di approfondimento:
Come già evidenziato da Report Sicilia, il decreto ATI n. 21/18 del 10/12/2024 ha sancito la revoca della disponibilità del finanziamento 1537/2022, rendendo di fatto illegittima o priva di copertura l’aggiudicazione e l’avvio dei lavori per l’opera idrica.
📌 La magistratura è attesa ora a far luce su ogni passaggio. Ma dal CDA AICA, nessuna risposta tecnica, nessuna documentazione, nessuna assunzione di responsabilità.


