La pesante crisi idrica che da anni affligge la provincia di Agrigento, con una gestione dell’acqua e dei reflui non all’altezza delle necessità, continua a gravare sui cittadini, le imprese e l’intera comunità. A questo si aggiungono le illegittime tariffe applicate nelle bollette, che causano danni economici e di salute, creando un disagio profondo per gli utenti. Secondo Salvatore Licari, Vice Presidente della Consulta AICA (Azienda Idrica Comuni Agrigentini), le responsabilità di questa situazione sono da attribuire a una serie di soggetti politici e amministrativi, tra cui i sindaci componenti dell’ATI idrico, i dirigenti dell’AICA e la stessa giunta regionale che hanno rappresentato e rappresentano tutte le componenti politiche che si sono succedute nel tempo.

Dal suo insediamento nell’agosto del 2021 fino a dicembre 2023, AICA ha registrato perdite di bilancio che ammontano a oltre 6 milioni e 300 mila euro, un dato allarmante che evidenzia la mala gestione finanziaria e amministrativa dell’azienda pubblica idrica, i cui soci sono i Comuni agrigentini rappresentati dai rispettivi sindaci. Questo ammanco finanziario accumulato è solo uno dei tanti sintomi di una gestione approssimativa e priva di una chiara direzione.

Responsabilità Diffuse e Collettive

La denuncia di Licari mette in luce come la responsabilità di questa disastrosa situazione non sia ascrivibile a un solo colore politico o a un’unica amministrazione, ma a un insieme di soggetti che, ricoprendo ruoli istituzionali, hanno dimostrato ritardi, omissioni e scarsa competenza. I sindaci che fanno parte dell’assemblea dell’ATI Idrico e che amministrano AICA sono accusati di aver trascurato il rispetto dei dettami di legge e delle norme che regolano la buona gestione dell’acqua pubblica. A ciò si aggiungono le responsabilità della giunta regionale e dell’assessore competente, che non hanno attuato un piano efficace per affrontare la crisi idrica e migliorare la gestione delle risorse.

Un Danno Economico e Sociale

I cittadini, già colpiti da una crisi idrica che costringe molte famiglie a ricorrere a costose autobotti per sopperire alla mancanza di acqua, subiscono anche l’ulteriore danno economico derivante dalle tariffe illegittime imposte nelle bollette. La ridotta depurazione dei reflui, un servizio che spesso non viene adeguatamente garantito, è un altro elemento che contribuisce a peggiorare la qualità della vita e a creare un rischio per la salute pubblica.

Un Quadro di Mala Gestione

Dal 2021, AICA non è stata gestita secondo le norme previste, né tantomeno sono state adottate le buone pratiche necessarie per garantire un servizio pubblico efficiente. L’assenza di un programma concreto e fattibile, con tempi precisi e sostegni finanziari adeguati, ha portato l’azienda pubblica a registrare perdite finanziarie ingenti e a fornire un servizio carente ai cittadini. Questo è stato ulteriormente aggravato dall’assenza di un’opposizione politica capace di svolgere un ruolo di controllo efficace.

Il Ruolo dei Sindaci nell’AICA

I sindaci, rappresentanti dei Comuni soci di AICA, hanno la responsabilità diretta di questa gestione fallimentare. Dal 2021, invece di migliorare la situazione, le perdite di bilancio dell’azienda pubblica si sono accumulate, mettendo a rischio non solo la sostenibilità economica di AICA, ma anche la qualità del servizio idrico per i cittadini. “È una crisi istituzionale che mostra uno scarso senso civico da parte dei rappresentanti pubblici,” denuncia Licari. “Questi amministratori non sono riusciti a delineare un programma logico e pratico per risolvere i problemi, nonostante le risorse finanziarie disponibili dall’Unione Europea e dallo Stato.”

Una Crisi che Coinvolge Tutti

La crisi idrica e la gestione dell’acqua pubblica in Agrigento non è un problema che riguarda solo una parte politica, ma è il risultato di una mala gestione diffusa che coinvolge soggetti di ogni partito. “Le perdite economiche e il mancato miglioramento del servizio sono frutto di decisioni irresponsabili e di una totale mancanza di pianificazione,” conclude Licari.

Un Appello al Confronto e al Dibattito

I cittadini e le associazioni locali sono pronti a confrontarsi in un dibattito pubblico costruttivo per trovare soluzioni pratiche e condivise. La trasparenza e la responsabilità devono essere al centro del processo decisionale per garantire un servizio idrico pubblico efficiente e rispettoso delle norme. È ora che tutti i soggetti coinvolti, dai sindaci ai vertici di AICA, siano chiamati a rispondere per le loro azioni e a mettere finalmente in atto un piano concreto per risolvere questa crisi.

Agrigento non può permettersi di continuare a pagare il prezzo di una cattiva amministrazione. La gestione dell’acqua, bene primario e fondamentale, deve essere affidata a chi ha la competenza e la visione necessarie per tutelare i cittadini e il loro futuro.

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