I consiglieri Brucculeri e Blò denunciano AICA per violazioni di trasparenza: sito istituzionale oscurato, atti non pubblicati e bilanci non accessibili.
Un nuovo capitolo si apre nella già complessa vicenda dell’AICA (Azienda Idrica Comuni Agrigentini). I consiglieri comunali di Sciacca, Raimondo Brucculeri e Maurizio Blò, hanno presentato un esposto indirizzato a ANAC, Prefettura di Agrigento, Regione Siciliana – Dipartimento Acqua e Rifiuti, Corte dei Conti, Garante per la Privacy e AgID, denunciando gravi violazioni di trasparenza e inadempienze statutarie da parte della società.
Al centro dell’esposto, datato 21 agosto 2025, la mancata pubblicazione degli atti obbligatori e il perdurante oscuramento del sito istituzionale, inattivo da oltre due anni. Una condizione che, secondo i firmatari, costituisce un vero e proprio “buco nero informativo”, che impedisce ai cittadini e agli enti di controllo di accedere a documenti fondamentali come bilanci, delibere, verbali, curricula dei dirigenti e atti di programmazione.
Le violazioni denunciate
L’esposto richiama diverse norme violate:
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Statuto AICA: disattesi gli articoli che impongono la pubblicità di bilanci e decisioni del CdA entro 72 ore;
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D.Lgs. 33/2013 (“Decreto Trasparenza”): violato l’accesso civico generalizzato e assente la sezione “Amministrazione Trasparente”;
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Codice degli Appalti: mancata pubblicazione di atti di gara e contratti, impedendo la verifica delle procedure;
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TUEL: inosservati i principi di trasparenza e controllo sugli enti partecipati.
Secondo i consiglieri, questa condotta mina la legalità e la partecipazione civica, alimentando opacità nella gestione di un bene essenziale come l’acqua.
I rischi
Nell’esposto vengono richiamati anche i profili di responsabilità:
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atti potenzialmente illegittimi e annullabili, come chiarito dal Consiglio di Stato;
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possibili responsabilità erariali per violazione degli obblighi contabili;
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compromissione dei principi di prevenzione della corruzione, come richiamato dall’ANAC.
Le richieste
I consiglieri Brucculeri e Blò chiedono:
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il ripristino immediato del sito istituzionale con la pubblicazione di tutti gli atti previsti per legge;
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l’avvio di sanzioni da parte di ANAC;
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l’intervento sostitutivo della Prefettura e della Regione Siciliana;
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un’istruttoria della Corte dei Conti;
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verifiche da parte di Garante Privacy e AgID;
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in mancanza di azioni concrete, il ricorso al TAR Sicilia per ottenere l’annullamento degli atti non pubblicati.
Una questione di fiducia
“La mancata trasparenza di AICA – si legge nel documento – non è una semplice irregolarità formale, ma un vulnus profondo ai principi democratici. I cittadini hanno il diritto di conoscere come viene gestito il servizio idrico e di esercitare un controllo effettivo”.
L’esposto segna un passaggio cruciale in una vicenda che da mesi solleva polemiche e timori tra cittadini e istituzioni. Se le accuse trovassero riscontro, AICA potrebbe trovarsi di fronte a conseguenze amministrative, contabili e politiche di vasta portata.

