E il Sindaco Palumbo lancia l’allarme: “Ridurre il diritto di voto a chi non adempie”.

Nei giorni scorsi il Comune di Favara ha saldato circa 120mila euro di fatture ad AICA, la società consortile che gestisce il servizio idrico in provincia di Agrigento.
Un gesto che, in condizioni normali, dovrebbe rientrare nella semplice amministrazione ordinaria: un ente paga ciò che deve.
E invece fa notizia.

Perché?
Perché Favara avrebbe potuto compensare, vantando verso AICA oltre 500mila euro di crediti versati negli anni per la costituzione della consortile.
E invece ha preferito pagare comunque, “come segno di responsabilità in un momento delicato”, come ha dichiarato il sindaco Antonio Palumbo.

Un messaggio politico preciso:

Noi facciamo la nostra parte, ora tocchi agli altri.


Il problema strutturale: 42 Comuni, molti non pagano

Secondo quanto denunciato da tempo e riportato anche da Report Sicilia, sono diversi i Comuni che non pagano ciò che devono ad AICA — in alcuni casi da anni.
Parliamo di milioni di euro di fatture non saldate, mentre la consortile si trova in:

  • crisi di bilancio,

  • difficoltà nel pagamento dei fornitori,

  • rischio di sanzioni,

  • aumento delle tariffe per i cittadini.

Le stesse tariffe idriche aumentate (anche fino al 10,5%) sono arrivate proprio mentre alcuni amministratori locali continuano a non onorare i debiti, aggravando la situazione a scapito della collettività.


La posizione di Palumbo: “Chi non paga deve perdere peso decisionale”

Il sindaco di Favara rompe gli equilibri politici dell’ATI:

“Ridurre il diritto di voto per i Comuni morosi: questa è la vera responsabilizzazione.”

In altre parole:
chi non paga NON può decidere.

Una linea netta che, però, mette in difficoltà molti amministratori, soprattutto nei piccoli centri, dove il consenso elettorale teme le scelte impopolari.


Ma la domanda è una sola

La notizia è che Favara paga, o che gli altri non pagano?

Se un Comune — socio della stessa azienda — paga un dovuto e questo fa scalpore, significa una cosa sola:

La normalità è diventata l’eccezione.

E questa è, da sola, la fotografia esatta dello stato della gestione idrica in provincia di Agrigento.


Il rischio reale

Se AICA non regge finanziariamente:

  • salta il servizio idrico,

  • i Comuni dovranno mettere soldi veri nei bilanci,

  • cioè i cittadini pagheranno due volte: in bolletta e in tasse locali.

E a quel punto sarà impossibile nascondere le responsabilità.


Chi dovrà rispondere?

Se — come dice Palumbo — “arriveranno danni ai cittadini”, allora:

devono essere gli amministratori che non hanno pagato a risponderne.

Non più generici “Comuni”.
Nomi, cognomi, firme.

Favara paga.
E fa notizia.

Ma la vera notizia è questa:

In provincia, la cattiva gestione è diventata la regola.
Chi rispetta la legge viene guardato come un’eccezione.
E questo dice tutto.

Report Sicilia continuerà a chiamare le cose con il loro nome.
Anche quando altri preferiscono il silenzio.