AGRIGENTO – Ancora una volta, nessuna decisione. L’assemblea dei sindaci soci dell’AICA (Azienda Idrica Comuni Agrigentini), riunitasi questa mattina con all’ordine del giorno la nomina di un Commissario Straordinario, si è conclusa con un nulla di fatto. Le divergenze tra i primi cittadini della provincia, già emerse con la sfiducia al precedente CdA guidato da Settimio Cantone, hanno nuovamente paralizzato la consortile.

A guidare l’opposizione alla nomina del commissario è stato, anche in questa seduta, il sindaco di Favara Antonio Palumbo, il cui peso in assemblea è pari all’8,27%. Una posizione minoritaria ma comunque influente, che si è scontrata con una maggioranza favorevole pari al 70,12%, insufficiente tuttavia per procedere senza l’unanimità richiesta dalla forma consortile in casi di emergenza gestionale.

📍 Sindaci assenti e clima teso

Assenti alla riunione diversi sindaci della provincia: Naro, Castrofilippo, Casteltermini, Aragona, Calamonaci, Campobello di Licata, Realmonte e Siculiana. Un’assenza che pesa sul quorum e che alimenta malumori e sospetti. Nessuna data è stata fissata per una nuova convocazione. La crisi gestionale, nel frattempo, prosegue senza guida, mentre la carenza idrica in molti comuni si aggrava.

🧑‍🔧 Avviso pubblico per il nuovo CdA

Nel frattempo, AICA ha pubblicato un avviso di manifestazione di interesse per la selezione di tecnici ed esperti da inserire nel nuovo Consiglio di Amministrazione. Un passo necessario, ma che resta appeso alla volontà politica dei sindaci, ancora divisi sul futuro della società idrica.


🎙️ Intervista al Sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino

Abbiamo raggiunto telefonicamente il sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino, tra i più attivi sostenitori della necessità di commissariare AICA per uscire dall’impasse.

Sindaco Castellino, ancora una fumata nera. Come giudica l’atteggiamento dell’assemblea?
“Con amarezza. Oggi avevamo la possibilità concreta di dare una svolta e mettere ordine dopo settimane di confusione. Invece, si è preferito ancora una volta temporeggiare e lasciare la società nel limbo. Ma qui stiamo parlando della gestione dell’acqua, non di un circolo ricreativo”.

Favara ha votato nuovamente contro. È un problema politico o tecnico?
“Sinceramente lo vedo più come un atteggiamento politico che tecnico. Mi chiedo: che alternative concrete propone chi dice no al commissario? Forse vogliamo tornare a un CdA che è già stato sfiduciato dalla stessa assemblea? Non possiamo permetterci il lusso dell’inconcludenza. I cittadini chiedono risposte”.

Cosa accadrà ora?
“Resta aperta la manifestazione di interesse per il nuovo CdA, ma anche lì serviranno tempo, nomine, verifiche. Intanto l’azienda è ferma e i problemi si moltiplicano. Auspico che nella prossima seduta si riesca finalmente a decidere, senza giochi di potere ma con senso di responsabilità”.


La paralisi dell’AICA continua a pesare come un macigno sulla provincia di Agrigento. Mentre la rete idrica perde milioni di litri e i cittadini restano senz’acqua, la politica locale si impantana in veti incrociati, personalismi e calcoli di parte.

La prossima seduta dell’assemblea – ancora da calendarizzare – sarà cruciale. La scelta è tra commissariamento e caos permanente. La provincia non può più aspettare.