La Consulta delle Associazioni lancia un accorato appello per il rilancio di AICA, l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato nell’Agrigentino, evidenziando criticità e sprechi che rischiano di compromettere definitivamente la sostenibilità dell’ente e aggravare il peso economico sui cittadini.

Nella lettera aperta indirizzata al Presidente dell’Assemblea dei Soci, dott.ssa Sabrina Lattuca, al Consiglio di Amministrazione e al Direttore Generale di AICA, con copia al Prefetto di Agrigento Salvatore Caccamo, all’Assessore Regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità, On. Roberto Di Mauro, e al Presidente di ATI, dott. Giovanni Cirillo, la Consulta denuncia la situazione critica dell’azienda, evidenziando il mancato raggiungimento degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità del servizio.

Sprechi e Mancanza di Controllo: AICA a Rischio Collasso

La Consulta sottolinea come il principio del Full Cost Recovery, che impone la totale copertura dei costi di gestione tramite le bollette dei cittadini, sia stato applicato in modo distorto, con risorse destinate a spese improprie invece che alla manutenzione delle reti idriche, fognarie e depurative. Un’errata gestione finanziaria ha portato a un debito crescente e a tariffe in aumento, senza miglioramenti tangibili nel servizio.

Inoltre, si evidenzia una grave carenza di controllo interno: l’azienda non dispone di un sistema di contabilità analitica per centri di costo, elemento essenziale per individuare inefficienze e sprechi. Il bilancio previsionale 2025 non è stato pubblicato nei tempi previsti, lasciando l’azienda priva di una programmazione adeguata per un ente che gestisce oltre cinquanta milioni di euro.

Le Proposte della Consulta per il Rilancio di AICA

La Consulta propone una serie di interventi urgenti per evitare il tracollo di AICA e garantire un servizio efficiente e sostenibile:

  • Recupero delle risorse idriche locali: La crisi idrica dell’estate scorsa ha reso evidente la necessità di sfruttare meglio i pozzi esistenti, riducendo la dipendenza dall’acquisto di acqua da Siciliacque, che ha generato debiti pesanti.
  • Riduzione degli sprechi e lotta ai furti d’acqua: Urge l’adozione di un piano strutturale per il risparmio idrico ed energetico, con l’installazione di impianti fotovoltaici e il recupero delle acque depurate.
  • Chiarezza sui debiti comunali: I Comuni soci devono pagare i 4,3 milioni di euro dovuti per le utenze comunali e contribuire alla copertura delle perdite di bilancio di 6,3 milioni di euro, evitando ulteriori dissesti finanziari.
  • Stop ai contratti forfettari: La Consulta chiede l’installazione diffusa dei contatori per garantire una tariffazione equa e trasparente.
  • Accesso ai fondi comunitari: L’Ambito Unico deve essere costituito con urgenza per regolarizzare l’accesso ai finanziamenti europei, evitando il ripetersi di sprechi e occasioni perse, come nella vicenda della rete idrica di Agrigento.

Il Pericolo di una Nuova Privatizzazione

La Consulta avverte che, senza un immediato cambio di rotta, AICA rischia di fallire, aprendo le porte a una nuova privatizzazione con costi sociali, politici ed economici insostenibili per i cittadini. Il richiamo alla responsabilità di ATI e dei Comuni soci è chiaro: il futuro del servizio idrico integrato nell’Agrigentino dipende da scelte oculate e dalla capacità di risanare una gestione che fino ad oggi si è rivelata fallimentare.

La Consulta si dice pronta a collaborare per il rilancio dell’azienda, ma esige un’azione concreta e immediata. “Non possiamo permetterci di trascorrere i prossimi quattro anni come i precedenti”, conclude la lettera, chiedendo un cambiamento radicale per garantire un servizio pubblico efficiente e sostenibile.

LETTERA APERTA CONSULTA 24-2-25

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