L’ultima nota stampa diffusa il 2 ottobre 2025 dalla presidente di AICA
Documento riservato divulgato a…Documento riservato divulgato alla stampa_AICA informa le autorità competenti 2
non lascia dubbi: invece di dare risposte ai cittadini sui problemi reali, si continua ad alimentare guerre personali e a cercare visibilità mediatica, accusando i giornali di “tifare contro AICA” e annunciando persino il coinvolgimento della Polizia Postale.
Le priorità dimenticate
Un presidente di AICA dovrebbe affrontare le emergenze che da anni gravano sulla provincia:
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Acqua che manca: molti comuni vivono ancora turnazioni e disservizi.
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Bonus idrico: in ritardo e non assegnato a chi ne ha diritto.
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Nuove fonti idriche: nessuna iniziativa concreta, mentre si arriva persino a parlare di imbottigliare “l’acqua che non c’è”.
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Tariffe inique: nel 2025 ci sono ancora comuni che pagano a forfait, con utenti che versano un terzo rispetto a chi paga a consumo.
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Abusivi: oltre 5.000 utenze irregolari censite dall’ex Gestore Girgenti Acque restano senza riscontro.
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Lavori della rete idrica di Agrigento: le imprese appaltatrici hanno accusato AICA di bloccare i cantieri, ma dalla presidenza non è arrivata alcuna spiegazione.
Dalle guerre alla Consulta cancellata
Invece di occuparsi di questo, la presidente continua a inseguire conflitti:
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attacca la stampa e accusa di diffamazione chi documenta i fatti;
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cerca scheletri negli armadi degli altri;
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ha sciolto la Consulta delle Associazioni con un atto che appare falso e illegittimo, decretando la decadenza di tutte le realtà che ne facevano parte, senza alcun fondamento statutario.
Non solo: il 1° ottobre 2025 è stato pubblicato un nuovo avviso per la Consulta, firmato dalla stessa presidente, che introduce requisiti mai approvati dall’Assemblea dei sindaci. Tra questi, persino la certificazione del Forum Siciliano dei Movimenti per l’Acqua, un vincolo non previsto dallo Statuto né autorizzato dai soci pubblici.
👉 Leggi l’avviso ufficiale sul sito AICA
Chi ha dettato le linee guida di quell’avviso? Quale atto dell’Assemblea dei sindaci lo autorizza? Finché queste domande restano senza risposta, la legittimità del nuovo percorso partecipativo è fortemente compromessa.
La questione dei requisiti personali
A completare il quadro c’è un’ombra che pesa sulla stessa presidenza: è ormai di pubblico dominio che, al momento della nomina, la presidente non possedeva i requisiti richiesti dall’avviso approvato dai sindaci. Senza una nuova delibera assembleare, il suo curriculum non poteva essere sanato: un vulnus che resta aperto e mai chiarito.
La gestione AICA appare oggi più attenta a combattere guerre personali che a garantire acqua, trasparenza e servizi.
I cittadini non hanno bisogno di scontri ma di soluzioni: acqua potabile, tariffe giuste, cantieri completati e una Consulta legittima e realmente rappresentativa.
Le guerre non portano acqua. Le risposte sì. E quelle, ad oggi, continuano a mancare.

