Agrigento – 16 settembre 2025. È scaduto ieri, 15 settembre, l’ultimatum lanciato da AICA ai Comuni soci morosi. Nessun’altra proroga, nessun margine di trattativa: da oggi la società idrica può attivare le procedure annunciate per il recupero dei crediti e la tutela del servizio.
Un debito pesante
Alla data del 30 giugno 2025 il debito complessivo dei Comuni verso AICA ammontava a circa 15,7 milioni di euro. Tra i casi più eclatanti:
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Palma di Montechiaro con oltre 2,1 milioni;
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Canicattì con circa 1,7 milioni;
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Licata con 1,7 milioni;
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Agrigento con oltre 1,3 milioni;
e numerosi altri centri della provincia.
La presidente Danila Nobile era stata chiara: entro il 15 settembre bisognava saldare o almeno presentare un piano serio di rientro. Oltre quella data – avvertiva – scatteranno le conseguenze.
Le conseguenze annunciate
AICA ha più volte elencato le misure pronte a essere applicate:
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Pignoramenti diretti nei confronti dei Comuni inadempienti;
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Riduzioni nell’erogazione idrica fino al minimo vitale;
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Segnalazioni alla Corte dei Conti per le responsabilità contabili;
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Richiesta di commissariamento ad acta per i Comuni che ancora non si metteranno in regola.
La linea dura
Non è più tempo di promesse: l’ente gestore si prepara a un braccio di ferro che, inevitabilmente, finirà per avere conseguenze anche sui cittadini. Il rischio più immediato è quello di riduzioni nell’erogazione idrica, con inevitabili proteste e tensioni sociali.
Il nodo politico
La domanda ora è politica prima ancora che amministrativa: i sindaci troveranno le risorse per sanare almeno parte del debito o lasceranno che si arrivi allo scontro frontale con AICA?
Se da un lato le amministrazioni locali accusano bilanci asfittici e continui tagli, dall’altro è innegabile che il mancato versamento dei contributi mette a rischio la stessa sopravvivenza della società idrica e, con essa, il diritto dei cittadini ad avere acqua regolare e servizi essenziali.
l’ultimatum è scaduto, le promesse non bastano più. Da oggi AICA ha in mano tutte le carte per avviare azioni legali e commissariamenti. Ma la vera domanda resta aperta:
i sindaci avranno un sussulto di dignità o saranno i cittadini a pagare il prezzo delle loro inadempienze?

