AGRIGENTO – Con una lettera-denuncia inviata il 27 novembre 2025 a Procura della Corte dei Conti, ANAC, Prefetto di Agrigento, Presidente della Regione, Sindaco e Consiglio comunale, le associazioni civiche del progetto Tutti Insieme per una Città Normale lanciano l’ennesimo grido d’allarme contro la gestione dell’Azienda Idrica Comuni Agrigentini (AICA).

Una richiesta chiara: verifiche immediate, commissariamento e trasparenza. Perché, ancora una volta, i cittadini sono costretti a pagare per errori e opacità altrui.


20 milioni di “aiuto”? No, un prestito che pagheranno gli utenti

Dopo settimane di silenzi e giochi di prestigio politici, la verità è venuta a galla: i 20 milioni che la Regione Siciliana – tramite l’Assessorato Acqua e Rifiuti guidato da Francesco Colianni – intende anticipare ad AICA, non sono un contributo a fondo perduto. Si tratta di un prestito, spalmato tra 2026 e 2027, che graverà direttamente sulle bollette dei cittadini, sotto forma di aumenti tariffari futuri.

Chi ha creato il buco di bilancio di AICA – Comuni inadempienti, gestione inefficiente, omissioni nei controlli – non pagherà. Pagheranno invece i cittadini con tariffe più alte, servizi carenti e opere mai realizzate.


Licari e Di Rosa: “Basta prese in giro, ripristinare la legalità”

La denuncia porta la firma del dott. Salvatore Licari, consulente legale e contabile del progetto, e di Giuseppe Di Rosa, portavoce civico. I due accusano apertamente:

“Si fa finta di non vedere l’evidente situazione di squilibrio strutturale di AICA, si continuano ad alimentare debiti, disservizi e illegittimità, pur di evitare il commissariamento e salvare qualche poltrona politica.”

Licari e Di Rosa parlano di omissioni evidenti da parte dei Comuni soci, molti dei quali non hanno versato le quote dovute o non hanno adempiuto ai propri obblighi contrattuali, di assenza di controlli da parte dei revisori e delle autorità competenti, e di un fallimento evidente del piano industriale AICA.


Le richieste contenute nella PEC-denuncia

  1. Commissariamento immediato dell’AICA da parte della Regione e dell’Assessorato Autonomie Locali.

  2. Accertamenti della Corte dei Conti sulle responsabilità erariali e sulla mancata riscossione delle quote dovute dai Comuni.

  3. Attivazione dell’ANAC per verificare l’attuale gestione degli appalti e della spesa pubblica da parte dell’AICA.

  4. Intervento del Prefetto per la tutela dei cittadini contro l’interruzione dei servizi pubblici essenziali.

  5. Trasparenza: pubblicazione dei dati economici, dei debiti, delle inadempienze comunali e della reale entità delle somme che i cittadini dovranno pagare.


AICA come specchio del “Sistema Agrigento”

La denuncia si inserisce in un contesto ormai noto: l’assenza di controllo, trasparenza e legalità nella gestione del servizio idrico da parte di AICA. Un’azienda nata per riportare il servizio in mano pubblica, ma che si è trasformata in un carrozzone mangiasoldi, incapace di garantire una gestione virtuosa.

E mentre le bollette aumentano, mentre l’acqua manca e le reti restano colabrodo, alcuni Comuni soci continuano a organizzare feste, eventi, luminarie natalizie e concertoni, invece di pensare ai servizi essenziali.


La battaglia continua

Il movimento civico Tutti Insieme per una Città Normale, nato per combattere l’indifferenza e il malgoverno, non intende fermarsi.

“Chi tace è complice. Noi continueremo a denunciare finché la verità non sarà restituita ai cittadini.”

Agrigento, e l’intera provincia, meritano molto di più.


Foto, allegati e documenti originali disponibili su: ReportSicilia.it

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