Mentre Siciliacque intima il taglio delle forniture, alcuni Comuni da anni non pagano nemmeno ciò che consumano. E c’è chi governa il sistema idrico senza avere i contatori installati.

La crisi idrica non nasce dalla mancanza d’acqua, ma dalla mancata responsabilità istituzionale. Un sistema al collasso, costruito su bilanci in rosso e debiti mai saldati.

Siciliacque S.p.A., che fornisce acqua all’ingrosso nell’Agrigentino, ha avviato azioni per la riscossione dei crediti.
Un atto legalmente legittimo: quando chi riceve un servizio non paga, il fornitore può diffidare e, in ultima istanza, ridurre la portata.

Ed è altrettanto vero che i Comuni agrigentini non pagano l’acqua da anni.

Parliamo di oltre 21 milioni di euro di morosità accumulate negli ultimi otto anni.

LE CIFRE, NERE SU BIANCO

Debitore Somma dovuta Note
Comuni verso AICA € 8.000.000 Se incassati, verrebbero girati a Siciliacque
Consorzio del Voltano verso AICA € 2.400.000 Debito dei Comuni soci
Consorzio Tre Sorgenti verso Siciliacque € 7.500.000 Acqua fornita ai Comuni soci e mai pagata
Consorzio del Voltano verso Siciliacque € 600.000 Fornitura non saldata
Comuni direttamente verso Siciliacque € 500.000 Acqua ricevuta e mai pagata
MANCATO PAGAMENTO dai Comuni a Girgenti Acque € 2.000.000 Somme che non poterono essere girate a Siciliacque

TOTALE: € 21.000.000
(ventuno milioni di euro).

IL RISULTATO È SEMPLICE

  • I Comuni non pagano.

  • AICA non può pagare Siciliacque.

  • Siciliacque diffida.

  • A rischio la portata idrica ai serbatoi.

  • A farne le spese sono cittadini e imprese, che invece pagano regolarmente.


IL PARADOSSO CHE GRIDAVA DI ESSERE DETTO

Chi presiede l’Assemblea dei Soci di AICA è il Sindaco di San Biagio Platani.

Ebbene:
il Comune di San Biagio Platani è tra quelli che non ha ancora installato i contatori e paga l’acqua a forfait, cioè senza misurazione reale dei consumi.

Questo significa:

  • non si sa quanta acqua consumi davvero il Comune,

  • non si può calcolare con precisione quanto debba pagare,

  • non si può accertare l’esposizione debitoria completa.

Chi governa il sistema, non applica nel suo Comune le regole che dovrebbe far rispettare.

Domanda inevitabile:

Come può chi non misura l’acqua pretendere di amministrare l’acqua degli altri?


SICILIACQUE HA RAGIONE A MINACCIARE?

SÌ — giuridicamente.
Il contratto e il Codice Civile glielo consentono.

NO — sul piano sociale.
Perché il taglio colpisce scuole, ospedali, famiglie, imprese.
Colpisce chi paga, non chi ha causato il problema.


LA VERITÀ CHE NESSUNO DICE

La crisi idrica agrigentina non è una crisi d’acqua.
La risorsa c’è.

La crisi è:

  • politica

  • contabile

  • istituzionale

È la crisi di chi amministra senza pagare, senza controllare, senza assumersi responsabilità.

L’acqua manca non perché non arriva, ma perché qualcuno non paga.
E quel qualcuno governa.


REPORT SICILIA
Noi continueremo a raccontare.
Con i numeri. Con i nomi. Con i documenti.
Perché qui, l’acqua non si è persa.
Si sono persi il dovere e la responsabilità.

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