AGRIGENTO – È guerra aperta sulla trasparenza all’interno di AICA, l’Azienda Idrica Comuni Agrigentini. A lanciare l’ultima bordata sono due consiglieri comunali di Sciacca, Raimondo Brucculeri e Maurizio Blo’, che hanno firmato una diffida formale indirizzata al Direttore Generale Claudio Guarneri, al Presidente dell’Assemblea dei Sindaci Salvatore Di Bennardo, al Presidente dell’ATI Giovanni Cirillo, e per conoscenza anche all’ANAC, alla Prefettura di Agrigento e ai media.
La denuncia è pesantissima: il sito istituzionale di AICA non pubblica i documenti obbligatori per legge, violando lo Statuto dell’Azienda e il Decreto Legislativo 33/2013 sulla trasparenza amministrativa.
Il cuore dell’accusa: “Atti mai pubblicati, nomine opache”
Secondo quanto si legge nella diffida ufficiale (che Report Sicilia ha acquisito e allega integralmente), AICA avrebbe violato:
Art. 49 dello Statuto (obbligo di pubblicità degli atti);
Art. 20 comma 4 (pubblicazione delle decisioni del CdA entro 72 ore);
D.Lgs. 33/2013 e 97/2016 in materia di trasparenza amministrativa.
In particolare, i consiglieri contestano:
La mancata pubblicazione dei curriculum vitae dei nuovi membri del CdA, in violazione dell’Art. 14 del D.Lgs. 33/2013;
L’assenza totale dei verbali di selezione e nomina del nuovo consiglio d’amministrazione;
La non pubblicazione delle delibere, che secondo Statuto devono essere rese disponibili in tempi certi e in forma accessibile a tutti.
La diffida: “Pubblicate tutto entro 7 giorni o sarà battaglia legale”
Il documento non si limita alla denuncia: contiene una diffida perentoria, che obbliga AICA a pubblicare entro 7 giorni tutti i documenti mancanti. In caso contrario, i consiglieri annunciano una serie di azioni concrete:
Segnalazione all’ANAC per le violazioni in materia di trasparenza;
Richiesta di intervento alla Prefettura di Agrigento (ai sensi dell’art. 48 dello Statuto);
Ricorso al TAR Sicilia per chiedere l’annullamento degli atti adottati in assenza di pubblicità legale.
“La trasparenza non è un’opzione”: si apre una frattura politica e istituzionale
La frase che chiude la diffida è tanto lapidaria quanto indicativa: “La trasparenza non è un’opzione, ma un dovere statutario”. Un colpo durissimo alla nuova governance dell’Azienda, appena insediata, e già travolta da dubbi sulla legittimità delle nomine, come Report Sicilia aveva già evidenziato nei giorni scorsi.
Il rischio ora è che il caso AICA possa diventare un terremoto istituzionale, destinato ad allargarsi a macchia d’olio, anche in sede giudiziaria. Perché quando gli atti pubblici diventano invisibili, la legalità resta sepolta tra le righe di un sito oscurato.
Documentazione allegata: