Ad Agrigento non ci sono “solo” le buche “killer” sulle strade. Anche fare il bagno nel mare di San Leone, zona Dune, potrebbe essere rischioso per la propria incolumità. Non per colpa di uno scoglio, di una storta sul bagnasciuga, ma per venire a contatto, nientemeno che con un “manufatto metallico”. Tale disavventura è accaduta a una donna che con atto di citazione, notificato il 18/09/2025 ha deciso di portare in tribunale il Comune di Agrigento. La donna chiede che l’amministrazione comunale venga condannata a risarcire il danno subito il 4 agosto dello scorso anno quando, trovandosi nella spiaggia libera delle Dune di San Leone e volendo fare il bagno, mentre era intenta a entrare in acqua avrebbe urtato manufatti metallici e pali in legno che affioravano dal fondo marino, riportando lesioni personali di rilievo. Si tratta dei ben noti pali e di altri “ricordi” di stabilimenti balneari o altre strutture abbandonate o rimosse male nel corso degli anni. Il Comune di Agrigento ovviamente – dal proprio punto di vista – non si ritiene responsabile per quanto accaduto e per la presenza di queste trappole fin dentro al mare. Resta comunque la gravità di una vicenda intollerabile per una realtà che si autocelebra come a vocazione turistica, incapace di tenere il mare antistante le spiagge e le spiagge stesse, sgombere di pericoli per gli utenti. Sarà dunque il Tribunale a decidere anche perchè il Comune ha deciso di opporsi a questa citazione in danno. Da ricordare come nonostante il fatto in questione sarebbe accaduto oltre un anno fa, nel mare del lungomare delle Dune ci sono ancora lunghi tratti in cui emergono pali di metallo e altri “manufatti” che mettono a repentaglio la salute e la sicurezza pubblica. 

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