Padre e figlio ai domiciliari. Giuliano Traina, consigliere comunale e provinciale, è stato eletto nella lista “Uniti per la città” sostenuta da Roberto Di Mauro. Si stringe il cerchio attorno all’entourage dell’ex assessore regionale a Rifiuti e Acqua, già coinvolto in gravi inchieste.
Agrigento – 2 luglio 2025
Un nuovo terremoto giudiziario scuote la provincia di Agrigento, e in particolare l’intreccio sempre più stretto tra politica e imprenditoria nel settore dei rifiuti. La polizia di Enna ha eseguito ieri un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di Giuliano Traina, consigliere comunale in carica a Cammarata e attuale consigliere provinciale, insieme al padre Calogero Traina, imprenditore storico del settore ambientale. Entrambi sono finiti nel mirino della Procura ennese nell’ambito di un’inchiesta che riguarda la gestione dei rifiuti, in particolare nella zona di Valguarnera.
Come riportato da Grandangolo Agrigento, i due gestiscono un’importante impresa attiva nello smaltimento dei rifiuti anche al di fuori della provincia agrigentina. Ma è soprattutto il profilo politico di Giuliano Traina ad attirare l’attenzione. Oltre al ruolo in Consiglio comunale, Traina è stato eletto ad aprile scorso consigliere provinciale nella lista “Uniti per la città”, diretta espressione dell’ex deputato regionale ed ex assessore all’Energia e ai Rifiuti Roberto Di Mauro, oggi al centro di un’altra inchiesta scottante su presunti appalti pilotati, favoritismi politici e utilizzo distorto delle risorse pubbliche.
Secondo fonti investigative, il legame tra i Traina e l’ex assessore Di Mauro non è solo politico, ma affonda le radici nella gestione concreta del settore ambientale in Sicilia. Un settore, quello dei rifiuti, da anni terreno fertile per clientele, reti di potere e – come emerge sempre più spesso – infiltrazioni illecite e pressioni istituzionali.
Con l’arresto dei Traina, si infittisce la rete giudiziaria che già vede coinvolti amministratori pubblici, dirigenti regionali e imprenditori legati direttamente o indirettamente al sistema costruito negli anni attorno alla figura di Roberto Di Mauro, più volte citato anche in intercettazioni telefoniche e ambientali nell’ambito di recenti inchieste condotte dalla Procura di Agrigento.
La domanda ora è se anche questa vicenda sarà ricondotta alla medesima trama di potere che ha avvelenato la gestione di acqua e rifiuti in Sicilia. Un sistema dove politica, affari e silenzi istituzionali si sono mescolati fino a confondersi, danneggiando i territori e le comunità.
Report Sicilia continuerà a monitorare lo sviluppo dell’inchiesta e i risvolti locali e regionali che questa ennesima operazione giudiziaria potrebbe rivelare.
Fonte: Grandangolo Agrigento – Link all’articolo

