Gli autobottisti di Sciacca hanno preannunciato lo sciopero, quelli di Agrigento sono sul punto di fare lo stesso, facendo saltare il sistema di erogazione emergenziale. Questo dopo che Aica ha inviato alla Prefettura di Agrigento, all’ATI AG9 e forze dell’ordine il cosiddetto “schema” del nuovo “Contratto di somministrazione temporanea del servizio idrico integrato – fornitura presso punto di carico”, il documento che regolamenterà l’attività degli operatori accreditati che effettuano prelievi d’acqua tramite autobotti. Regolarizzare è la stella polare ovviamente, ma come lo intenda fare Aica non suscita particolare consenso tra chi opera nel campo delle autobotti. Costoro sono alle prese con prelievi effettuati in soltanto due “bocchettoni” disponibili, creando code di centinaia di metri per approvvigionarsi e con la prospettiva di vedere lievitare i costi di gestione delle proprie attività di piccoli imprenditori, a causa dell’aumento del costo dell’acqua. Da ricordare come la scorsa estate il sindaco e i vertici Aica si lanciarono nella promessa di nuovi bocchettoni in arrivo. Invece di aumentare sono diminuiti, scendendo a 2. Lo schema del contratto è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione, presieduto da Danila Nobile, con l’avallo dell’avvocato aziendale. In soldoni, nelle intenzioni di Aica verrebbero regolamentati in maniera dettagliata i punti di carico autorizzati, le modalità operative, le condizioni economiche, i criteri di fatturazione e le procedure di rendicontazione. Nel contesto di questo giro di vite sono state disposte anche sanzioni in caso di utilizzo improprio o irregolare del servizio.

Si prospettano feste ad alta tensione sul fronte idrico
Ma c’è di più. A fare esplodere il malumore degli autobottisti agrigentini anche la prospettiva di assurgere al ruolo decisamente improprio di accertatori. Al cospetto del cliente da rifornire infatti, gli stessi autobottisti avranno il compito di censire lo stesso utente, anche quello al quale da anni fornisce l’acqua quando gli manca nella propria dimora. La necessaria lotta e contrasto all’abuso, sia nello svolgimento della professione di autobottista, sia in quello dei furti idrici attraverso mancati allacci alla rete o mancati pagamenti delle bollette, viene sostanzialmente demandata a gente che – da anni – si dedica all’esclusiva consegna di acqua a domicilio e non ha competenze in materia di accertamento. Tale attività “poliziesca” dovrebbe essere svolta – anche affiancando gli autobottisti – da personale qualificato a tale mansione, dando anche maggiore credibilità alla meritoria iniziativa di accertamento delle illegalità, intrapresa. Si profilano dunque feste senza autobotti in servizio nel bel mezzo di una emergenza idrica che – a differenza di quella dichiarata cessata nel trapanese – nell’agrigentino è ben lungi dall’essere considerata alla fine. La vicenda si preannuncia assai delicata, con la netta sensazione che a mediare – come spesso accade ad Agrigento – dovrà essere la Prefettura. Si accettano scommesse, mentre in città le perdite idriche impazzano.

