Il servizio di bike sharing “Akrabike”, lanciato ad Agrigento con grandi promesse di mobilità sostenibile e di una città più ecologica, si è rivelato un flop totale. A distanza di due anni dall’inaugurazione, il progetto sembra essersi arenato, lasciando dietro di sé una scia di delusione tra i cittadini e l’evidente disinteresse da parte dell’amministrazione comunale. Un’iniziativa che doveva dare una svolta “green” alla mobilità urbana della città, oggi si presenta come un deserto di stazioni vuote, biciclette sparite e costi che continuano a gravare sulle casse comunali.

Le promesse infrante Quando “Akrabike” venne inaugurato, con il sindaco Franco Miccichè in prima fila a piazza Marconi, l’amministrazione comunale prometteva 60 biciclette a pedalata assistita, distribuite su cinque stazioni di ritiro e deposito, due a San Leone e tre in città, tra cui Piazza Stazione e Piazza Belvedere “Modugno”. Il servizio doveva funzionare come un incentivo per ridurre l’uso delle automobili e promuovere uno stile di vita ecologico. Il tutto finanziato grazie ai fondi pubblici e con l’obiettivo di coinvolgere sempre più cittadini e turisti nell’uso delle biciclette.

Ma la realtà è ben diversa. Oggi molte di quelle stazioni sono vuote da mesi. Le biciclette sembrano essere state “ricoverate” in qualche deposito ignoto, senza che l’amministrazione abbia fornito spiegazioni chiare su dove siano finite e su quale sia il futuro del servizio. Piazza Belvedere e Piazza Stazione, due punti centrali per il bike sharing, sono state letteralmente spogliate delle bici, privando i cittadini del servizio proprio nelle aree di maggior affluenza. Il fallimento è sotto gli occhi di tutti, e mentre l’amministrazione Miccichè continua a giustificarsi con l’argomento dei vandalismi, il vero problema sembra essere la cattiva gestione dell’intero progetto.

Una gestione opaca e inefficace Il CODACONS, per voce del Responsabile Regionale del Dipartimento Trasparenza Enti Locali, Giuseppe Di Rosa, ha già espresso preoccupazione e delusione per l’intero andamento del progetto. “Avevamo già avvertito l’amministrazione comunale che il 30% del tessuto viario della città è vietato alle due ruote, e che una parte significativa di queste strade è in condizioni di sicurezza inaccettabili,” dichiara Di Rosa. “Nonostante le nostre ripetute segnalazioni, il servizio non ha mai preso davvero piede. Oggi ci troviamo con un progetto completamente abbandonato.”

In risposta a questa situazione, il CODACONS ha presentato un accesso agli atti per fare chiarezza su diversi punti critici della gestione del bike sharing:

  • Copia del contratto di appalto e dei relativi costi di manutenzione delle biciclette e delle stazioni.
  • Quanti fondi pubblici sono stati spesi per la manutenzione e la gestione del servizio?
  • Quanti affitti sono stati realmente effettuati dagli utenti e quali introiti ha generato il servizio?
  • Quali sono i costi totali della gestione di un progetto che, a oggi, sembra un totale fallimento?

Il fallimento è evidente Le spiegazioni dell’amministrazione Miccichè, che attribuisce il fallimento a episodi di vandalismo, non reggono. Il problema non è stato solo la scomparsa delle biciclette, ma una gestione insufficiente e la mancata capacità di coinvolgere i cittadini in un progetto che poteva davvero cambiare il volto della mobilità cittadina.

Le biciclette elettriche rappresentavano un’occasione per Agrigento di allinearsi a standard di mobilità sostenibile già adottati in tante città italiane ed europee. Ma invece di una spinta verso un futuro più verde, Agrigento si trova con un progetto paralizzato, stazioni vuote e un’amministrazione che sembra non avere un piano per risolvere il problema. In un momento in cui si parla tanto di sostenibilità, l’amministrazione ha fallito in uno dei progetti più importanti in questo ambito.

Un appello per la trasparenza Il CODACONS continuerà a vigilare sulla questione e a fare pressione sull’amministrazione affinché venga fornita trasparenza su come siano stati gestiti i fondi pubblici, su quanto sia costato finora il servizio, e soprattutto su quali misure verranno prese per migliorare o, in caso di fallimento definitivo, giustificare ai cittadini di Agrigento questa debacle.

Agrigento merita un’amministrazione che guardi al futuro con progetti concreti e realizzabili, e non iniziative che, dopo pochi anni, finiscono nell’ombra dell’abbandono e del disinteresse.

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